Se, come il Di Vittorio bambino nella recente fiction televisiva, andiamo a leggere, nel “libro che contiene tutte le parole del mondo”, alla voce “Libertà”, troveremo scritto: “Stato di chi è libero: condizione di chi ha la possibilità di agire senza essere soggetto all'autorità o al dominio altrui; diritto di operare le proprie scelte e di agire secondo le proprie convinzioni senza ledere gli altrui diritti e rispettando le regole di un sistema organizzato”. Per essere liberi c’è bisogno di Sinistra. Tutti - avversari compresi - dicono che ci sia bisogno di sinistra. E c'è bisogno di una Sinistra che ricominci ad avere una sua rappresentanza nelle istituzioni. A cominciare da quelle europee. E dagli enti locali. C'è bisogno di Sinistra, insomma, in un paese governato da una destra che ha uno slogan chiaro in testa: "Calce e randello, speculazione edilizia e ronde" (per usare la definizione di Nichi Vendola). “La destra peggiore”. Come contrastarla in un paese dove la maggioranza, d'intesa con l'opposizione democratica, ha fissato la soglia del quattro per cento, sotto la quale non c'è rappresentanza? Lo strumento è la lista di Sinistra e Libertà che nasce non solo come un semplice cartello elettorale ma con un obiettivo ben preciso: ricostruire la Sinistra in Italia con un progetto politico che vada oltre le elezioni di giugno. A presentarlo lo scorso 16 marzo sono stati Nichi Vendola e gli ex di Rifondazione che hanno aderito al Movimento per la Sinistra, Claudio Fava, leader di Sinistra democratica, Marco di Lello per il Partito Socialista, Umberto Guidoni per Unire la Sinistra (ex Pdci) e Grazia Francescato dei Verdi. Nel simbolo, metà rosso e metà in verde, in piccolo anche i loghi dei gruppi europei di riferimento: la rosa del PSE, c’è poi il sole che ride dei Verdi e il richiamo al Gue (la sinistra radicale a Strasburgo). “Sinistra e Libertà” fa parte di un viaggio appena intrapreso, un progetto ambizioso, un altro passo verso la Costituente di Sinistra”. Il primo mattone d’un nuovo Partito della sinistra - dice Claudio Fava - che aggiunge - “Non c’è virtù in una sinistra che non si misuri con le nostre libertà: dalle mafie, dalle prevaricazioni sociali, dalle menzogne di regime, dalle caste. E’ una nuova narrazione, non il riepilogo delle nostre antiche bandiere. Quelle, le terremo in tasca e nel cuore. Ma al paese proveremo a raccontare il futuro”.
30 mar 2009
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