28 apr 2010

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Resistenza e costituzione

Una lezione-conversazione con
Guido D’Agostino
presidente dell'Istituto Campano per la Storia della Resistenza

venerdì 30 aprile, ore 17

Palazzo Serra di Cassano, Istituto per gli Studi Filosofici,
via Monte di Dio, 14 - Napoli

a cura della Società di Studi Politici
nell’ambito della rassegna i “Venerdì della Politica”

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Note di corte a Palazzo Ducale

Quattro grandi concerti in esclusiva al Panart con la collaborazione del Jazz Club Lennie Tristano nella splendida cornice del Palazzo Ducale di Carinaro. Una rassegna internazionale di musica Jazz "Note di corte" che prenderà il via il 7 maggio. Ecco il programma

Venerdì 7 maggio
Joy Garrison Quintet
Venerdì 14 Maggio
Avion Travel
Venerdì 21 maggio
Cluster
Venerdì 28 maggio
Lorenzo Hengeller Quartet



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26 apr 2010

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Il problema delle scorie nucleari

Pubblichiamo la relazione del Presidente WWF Campania, Alessandro Gatto, tenuta il 26 aprile 2010 al convegno per ricordare il Chernobyl day. Il convegno si è tenuto nell'aula magna dell'Università "Orientale" di Napoli.

..... Prima di parlare di nuovo nucleare in Italia, sarebbe più serio risolvere, una volte per tutte, il problema legato allo “stoccaggio definitivo” e relativa messa in sicurezza delle scorie nucleari che l’Italia ha prodotto durante l’esercizio delle 4 centrali di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Borgo Sabotino (Latina) e Garigliano (Caserta), i 5 impianti del ciclo del combustibile e che si continuano a produrre attraverso le attività di ricerca scientifica e attraverso le attività diagnostiche medico-sanitarie che richiedono l’impiego di radionuclidi e/o che producono materiale “attivato” (si stima che solo dal comparto medico-sanitario si producono circa 500 tonnellate all’anno di rifiuti radioattivi).
Quindi la logica ed il buon senso imporrebbero prioritariamente la risoluzione del problema dello “stoccaggio definitivo” di tutti questi prodotti di scarto (rifiuti), che in base alla concentrazione dei radionuclidi presenti ed alle caratteristiche nucleari vengono classificati come rifiuti di prima, seconda e terza categoria, dove la pericolosità cresce con il progredire della categoria. Stiamo parlando di tutti i rifiuti prodotti nel passato e di tutti quelli che si intende, eventualmente, produrre in futuro. Inoltre, si deve calcolare, nella sommatoria totale dei rifiuti radioattivi, anche tutte le componenti “attivate” delle vecchie centrali da smantellare (pareti metalliche, cemento, polimeri di varia natura e così via).
Attualmente, in Italia, i rifiuti radioattivi sono riposti temporaneamente all’interno di contenitori metallici di forma cilindrica denominati “CASKS” (utilizzati, di solito, per il trasporto) ma il processo di isolamento delle scorie più pericolose è abbastanza più complesso e prevede innanzitutto una fase di vetrificazione, poi l’inglobamento di ciò che si è ottenuto in un
contenitore di acciaio, denominato “CANISTER”, successivamente si procede ad avvolgere il CANISTER con diversi strati di materiali isolanti, che dovrebbero costituire una barriera contro le infiltrazioni di acqua del sottosuolo. Infine i rifiuti, così protetti, devono essere posti nel sottosuolo a profondità variabili ma comunque in un sito geologico definito idoneo, per assenza di rischio sismico, vulcanico, idrogeologico e di altro/i rischio/i prevedibile/i.
Il primo grosso problema nasce dal fatto che non si conoscono la durata in sicurezza di tutti questi sistemi protettivi e di tutti i materiali impiegati, considerato l’elevatissimo periodo di tempo di permanenza previsto per le scorie: decine se non centinaia di migliaia di anni. In effetti i radionuclidi perdono la metà del loro potere radioattivo (tempo di dimezzamento) in tempi che vanno da pochi giorni a centinaia di migliaia di anni a seconda del radioisotopo considerato.
Anche per questo motivo risulta complicata l’individuazione del sito nazionale per il deposito definitivo di tutti i rifiuti radioattivi prodotti e/o da produrre in Italia.
Negli Stati Uniti d’America si è individuato il sito nelle profondità della YUCCA MONTAIN, nel deserto del Nevada a circa 150 chilometri da Las Vegas. Il sito è stato scelto per il suo contesto geologico-ambientale stabile (sotto il profilo sismico, vulcanico ed idrogeologico), anche se permangono ancora diverse perplessità delle popolazioni locali e dello Stato del Nevada.
In Giappone si ricercano siti per il deposito delle scorie al di sotto dei 1000 metri di profondità e fuori dal raggio di interferenza di fluidi del sottosuolo. Nell’Europa continentale si ricercano formazioni rocciose granitiche o miniere di salgemma in aree non toccate da rischi sismici e vulcanici. In tutti questi casi sopraelencati le soluzioni non sono mai davvero definitive, tantomeno in Italia, vista la scarsità di siti stabili sotto il profilo sismico, vulcanico, idrogeologico ed, aggiungerei, di pregio naturalistico ed ambientale. Ma “parcheggiare” i rifiuti radioattivi non basta: bisogna trattare e stabilizzare il terreno e le acque che hanno subito contaminazioni, smantellare i reattori nucleari vecchi e così via.
Sicuramente non deve essere più consentita la pratica dell’affondare navi con carichi di veleni radioattivi, anche se di bassa e media attività, così come è avvenuto anche nel recente passato ed anche nel Mediterraneo. Ed è davvero inaccettabile la sottovalutazione del problema del traffico di rifiuti radioattivi gestiti da organizzazioni criminali e/o terroristiche.
In definitiva possiamo dire che il problema della messa in sicurezza di tutti i tipi di rifiuti radioattivi rappresenta una delle maggiori preoccupazioni (di tutto il mondo scientifico) ed uno dei punti non risolti dell’AFFARE NUCLEARE che fa esprimere un netto dissenso, da parte del WWF, circa la volontà dell’attuale Governo di voler riaprire nuove centrali nucleari sul territorio italiano.

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21 apr 2010

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NO AL RITORNO DEL NUCLEARE IN ITALIA.

NO!!! A QUALSIASI FORMA DI UTILIZZO DEL SITO DEL GARIGLIANO PER NUOVA CENTRALE NUCLEARE O SITO DI DEPOSITO DELLE SCORIE.
ANCHE IL WWF ALLA MANIFESTAZIONE SABATO 24 APRILE 2010 A SESSA AURUNCA, IN OCCASIONE DEL “CHERNOBYL DAY”

Sono anni ormai che il WWF si batte contro ogni forma di utilizzo (militare e civile) della fissione nucleare nel mondo ed in Italia, avendo preso parte attivamente alle manifestazioni ed a tutte le attività che sfociarono con la vittoria del Referendum del 1987. Il WWF in Campania si è occupato anche del problema della centrale nucleare del Garigliano – afferma Alessandro Gatto, Presidente regionale del WWF - avendo partecipato anche all'evento dell'apertura al pubblico del sito nucleare effettuato dall'ENEL - SOGIN (la Sogin è l'ente che dovrebbe preoccuparsi delle dismissioni della centrale) ed avendo aderito a tutte le manifestazioni di protesta per bonificare i luoghi ed evitare la realizzazione di una centrale a turbogas che si voleva realizzare in loco una quindicina di anni fa, insieme alle associazioni locali. Ora il problema torna alla ribalta in considerazione della paventata decisione del Governo di ritornare alla produzione di energia elettrica anche da fonte nucleare. Il problema fondamentale è che non si sa dove stoccare le scorie nucleari che dovrebbero essere sistemate in un sito geologicamente adatto ad ospitarle per migliaia di anni (il sito deve essere esente da rischio sismico, vulcanico ed idrogeologico e per l’area del Garigliano, invece, sono presenti tutti e tre i rischi).
Innanzitutto la vecchia centrale in oggetto è di tipo "Reattore ad acqua bollente (BWR)" di 160 MegaWatt, un modello superato già nel periodo di sua realizzazione. Ma all'epoca si respirava l'ebbrezza del nucleare a tutti i costi per raggiungere le altre potenze mondiali. I lavori per la sua realizzazione iniziarono nel 1959 e finirono nel 1964 e già nel 1963 iniziò il primo di una lunga serie di incidenti e/o malfunzionamenti più o meno gravi. Per l'esattezza gli incidenti di rilievo furono 18 fino al 1982, ma solo nel novembre del 1980 ci fu la prima segnalazione ufficiale, ai comuni limitrofi delle Province di Caserta e Latina, di un incidente dovuto alle infiltrazioni di acqua di falda nei sotterranei della centrale dove c'erano i contenitori di stoccaggio delle resine provenienti dal sistema di purificazione delle acque del reattore della centrale. L'incidente provocò la fuoriuscita di ingenti quantità di materiale radioattivo (in particolare Cesio 137, Cesio 134 e cobalto 60). Qualche giorno dopo l'incidente si registrò la morte di 25 bufale che avevano pascolato in aree sommerse dal fiume e la moria di grossi pesci lungo il tratto di mare ove sfocia il fiume Garigliano.
Purtroppo casi simili a questo, oggetto di studi scientifici, sono innumerevoli. Così come sono innumerevoli i casi di malformazioni fetali di piante, animali ed esseri umani e di tumori ed altre patologie direttamente riconducibili all'inquinamento radioattivo, nella zona di Sessa Aurunca, Castelforte, Minturno e gli altri comuni vicini.
Il WWF – conclude Alessandro Gatto - torna di nuovo a chiedere alla SOGIN di rendere pubblici i dati attuali sulla presenza delle scorie radioattive stoccate presso la centrale in oggetto, che fino a qualche anno fa, quando appunto effettuammo la visita (1999), erano ancora lì.
Inoltre si chiede di procedere allo smantellamento della centrale non prima di aver attentamente ascoltato tutte le esigenze delle popolazioni locali che hanno il diritto di essere più che sicuri che tale impresa sia esente da qualsiasi rischio per la salute dell'essere umano, di tutte le altre forme di vita ivi presenti e dell'ambiente.

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20 apr 2010

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Io, una tunisina napoletana

Fonte: Sara Ghribi - 2 H - Liceo Psico-pedagogico N.Jommelli Aversa (dal giornalino della scuola)
Sono passati 25 anni da quando mio padre, allettato dai racconti di un amico, mise piede sulla terra italiana. Armato di buone speranze e di tanta voglia di lavorare, confuso e spaesato per la giovane età, affrontò la nuova realtà con grande coraggio. Qualche anno dopo tornò con mia madre che, nel frattempo, aveva conosciuto e sposato in Tunisia. Insieme affrontarono le difficoltà e i pregiudizi della gente che li vedeva come degli "alieni" sbarcati in Italia. Anno dopo anno assorbirono la cultura e le tradizioni italiane forse anche più degli italiani stessi. Quando siamo nati io e mio fratello, si ripromisero di allevarci rispettando i valori di entrambe le culture. Oggi mia madre porta i capelli chiari e corti come le donne europee, ma non ha mai perso il suo comportamento fiero. Mio padre, a cui somiglio moltissimo, ha i capelli e la pelle scura, il sorriso bonario pieno di orgoglio per i successi dei figli e la convinzione che bisogna accettare "il bello e il brutto" della nuova patria. Nella mia educazione mi hanno insegnato la cultura d'origine ma mi hanno sempre esortato a condurre una vita italiana. Ed ecco che ho imparato ad amare i miti dell'antichità, a conoscere la storia d'Italia, ad apprezzarne la cultura, gli usi e i costumi. Si!!! io parlo perfettamente il dialetto napoletano, ma adoro il francese e l'arabo, ho amici di tutti i tipi e non ho mai frequentato solo la comunità tunisina. Non mi sento una straniera nè tale mi sentono gli altri. Mangio la pizza e gli spaghetti al pomodoro, ma non disprezzo il cuscus e il kebab. Sono insomma quella che si definisce una straniera integrata. Non posso dire che questo processo di integrazione della mia famiglia non abbia avuto ostacoli ed imposto sacrifici, ma questi sono stati tutti superati da una precisa volontà di sentirci parte di questo popolo. Sono convinta che non solo i paesi che ospitano gli stranieri debbano abbandonare i pregiudizi e favorire una perfetta integrazione, ma sono anche i popoli ospitati ad accettare quello che di buono può offrire la nuova realtà. Solo la tolleranza da entrambe le parti può portare al vero inserimento. Non potrei mai pensare che gli italiano debbano staccare i crocifissi dai muri solo perchè ci sono altre religioni tra i banchi di scuola. Non ho parole per quei genitori che preferiscono uccidere una figlia piuttosto che vederla felice con un ragazzo italiano o di religione diversa: c'è solo da rabbrividire! I miei genitori mi hanno lasciato la libertà di scegliere se accettare la religione islamica o quella cattolica ed io sto vivendo entrambe queste esperienze per poter, tra breve, fare una scelta definitiva. Non so se quel giorno deciderò di ricevere il Battesimo oppure accettare il Ramadan come principio inviolabile, ma qualunque sia la mia decisione rimarrò sempre e comunque "Sara" per la mia famiglia e per i miei amici.

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13 apr 2010

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Avversa: un anno fa

Fonte: La Redazione
Sono passati 12 mesi da quando siamo stati costretti, per motivi economici, alla scelta di abbandonare il giornalino "Avversa" che distribuivamo gratuitamente nelle edicole della città di Aversa. L'esperienza e la tecnologia informatica ci ha consentito di portare l'informazione in rete creando il blog Avversa.
Così la creatura ha iniziato a muovere i primi passi e grazie alla piattaforma software che lo ospita gratuitamente (Blogspot) ha preso forma e vita raggiungendo e superando, in questi mesi, le 8000 visite senza una programmazione di articoli da pubblicare ed in molti casi aggregando notizie provenienti dalla rete.
Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito, a coloro che non hanno scritto post, ma sono invitati a farlo quando vogliono.
Un grazie a tutti coloro i quali anche se non hanno scritto commenti sul blog (ma sono invitati a farlo quando vogliono), esprimono spesso i loro punti di vista sui temi che in esso vengono trattati.
Ringraziamo tutti coloro che in questi dodici mesi lo hanno visitato, il cui numero si è rivelato superiore alle nostre attese.
Questo ci sprona a continuare in futuro con la stessa energia che ci ha accompagnato finora.
In questi giorni abbiamo anche cambiato la veste grafica del blog.

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9 apr 2010

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Le radici dell'odio

Fonte: Ciro Ascione
Ciro Ascione è nato nel 1959 a Napoli dove attualmente vive. È laureato in Ingegneria e lavora per una Multinazionale dell’Automotive. Le radici dell’odio è il suo primo romanzo.

Le dolorose vicende di una vita non riescono a piegare il forte spirito di una donna combattiva e determinata a fare giustizia, per sé e per la propria famiglia distrutta. L’infanzia felice prematuramente interrotta dalla morte della madre e dall’incedere a passi svelti e pesanti della guerra; la miseria, l’ospitalità ottenuta presso un istituto religioso, le rade visite del padre dal fronte, una sorellina fragile da accudire; poi la giovinezza, la bellezza che orisce in un corpo armonioso e la violenza in agguato, dietro ogni cantone, nell’intimità del convento e fuori, nel mondo. Carmen lotta ardentemente, spinta solo da un sentimento: l’odio verso quei lontani parenti che hanno mosso i fili della sua vita, precipitando un succedersi di eventi terribili. Non sanno di lei, della sua esistenza. Solo questo impedisce loro di difendersi e consente a Carmen di placare la sua sete di vendetta, spogliandoli di tutto ciò che hanno, tutto ciò che le è stato ingiustamente negato. Circostanze straordinarie ingranano i meccanismi di un romanzo articolato e avvincente, dove il lettore non può fare a meno d’immergersi, soffrendo e gioendo tra le piccole e grandi curve del cuore.




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Pena di morte, un affronto alla dignità

Fonte: Amnesty International
Decapitazione, fucilazione, impiccagione, iniezione letale, lapidazione e sedia elettrica: lo scorso anno almeno 714 persone sono state messe a morte con questi metodi. Secondo il rapporto di Amnesty International sulla pena di morte nel 2009, almeno 2001 persone sono state condannate alla pena capitale in 56 paesi, senza contare i dati della Cina, dove queste informazioni sono segrete. La mano del boia non ha risparmiato i minorenni ed è stata usata per reprimere l'opposizione e scoraggiare il dissenso. Ma ci sono stati anche segnali positivi: è cresciuto il numero dei paesi abolizionisti e anche in stati da sempre refrattari all'abolizione, quello passato è stato un anno senza esecuzioni: un passo avanti verso l'abolizione di questo affronto alla dignità umana!

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Diventiamo un milione contro il cibo OGM

Aggiungi anche la tua voce per un futuro libero da OGM!
Forse già saprai che la Commissione europea, per la prima volta da 12 anni, ha da poco autorizzato la coltivazione di un Ogm in Europa, senza preoccuparsi dell’ambiente e della nostra salute. Per fermare tutto questo, abbiamo unito le forze con Avaaz e Friends of the Earth per raccogliere un milione di firme e chiedere una moratoria sull'introduzione degli OGM in Europa.
Con un milione di firme noi cittadini europei possiamo presentare una richiesta ufficiale alla Commissione europea. È un’opportunità unica per far sentire la nostra voce. Aggiungi la tua firma e aiutaci a diventare 1 milione, inviando la petizione ai tuoi amici.
http://www.greenpeace.org/italy/futuro-libero-da-OGM
Per promuovere la raccolta firme, il nostro “Bus anti-OGM” sta girando l’Europa e ieri è stato in Italia, all’ombra del Colosseo. Dopo la tappa italiana il viaggio proseguirà in Francia e poi in Spagna.
La coltivazione di Ogm fa parte di un modello antiquato di agricoltura intensiva, che continua a utilizzare sostanze chimiche dannose per l'ambiente, non incrementa le rese e non fornisce soluzioni per la crisi alimentare e i cambiamenti climatici. Con rischi imprevedibili sulla salute umana e animale.

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7 apr 2010

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Big event al Lennie Tristano

Dopo il grande successo della serata con Don Moye la stagione del Lennie Tristano prosegue con un Big Event: il 10 aprile sul palcoscenico dell'Hotel del Sole il concerto del quartetto americano di Ted Nash presenterà un All Star project tutto dedicato alle musiche di Henry Mancini.

Grande è l'attesa per questo concerto concesso in esclusiva al club aversano, prima tappa della tournèe italiana del gruppo, che promette di far trascorrere agli appassionati di jazz una serata memorabile.

Ad affiancare il sassofonista membro della Jazz at Lincoln Center Orchestra e collaboratore di Winton Marsalis, Ben Allison e Marcus Roberts, tre big del jazz d'oltreoceano, il grande Frank Kimbrough, pianista mancino allievo di Paul Bley, già ospite del club qualche anno fa in un fortunato concerto tenutosi allo Sporting Zodiaco, nonché il contrabbassista californiano Jay Anderson, collaboratore di Randy Brecker e di Bob Berg, e il batterista Ali Jackson, allievo di Elvin Jones e Max Roach, drummer in formazioni jazz di rilievo al fianco di Brad Meldhau, Larry Granadier, Aretha Franklin e molti altri.

IL Mancini Project è un'idea che Nash porta con sé da sempre essendo figlio d'arte: suo padre era il grande Dick Nash, trombonista dell'orchestra di Henry Mancini (a lui il compositore ricorreva per creare quei morbidi tappeti sonori che caratterizzano temi come The Pink Panther). Cresciuto nella Los Angeles degli anni '60, Ted ha respirato quelle musiche per tutta la sua infanzia e non stupisce, dunque, che abbia voluto omaggiare con un CD colui che è considerato uno dei più importanti compositori di quegli anni la cui fama è legata ad alcuni famosi film diretti da Blake Edwards.

Sono proprio alcuni di questi temi, da Breakfast at Tiffany's a The Party a destare la curiosità musicale di Nash che, da buon polistrumentista, li rielabora secondo una sua personale visione dagli esiti affatto moderni.

Ma nel disco realizzato con Kimbrough, Rufus Reid e Matt Wilson trovano posto anche altri temi meno conosciuti, da A shot in the dark a Two for the road, a Cheryl's Theme, che hanno contribuito a porre il progetto musicale all'attenzione della critica.

Nel tour che sta per cominciare le sperimentazioni di Nash e Kimbrough e le arditezze ritmiche di Anderson e Jackson si fondono con il melodismo dei temi da film con risultati decisamente affascinanti.



Ted Nash sax
Frank Kimbrough piano
Jay Anderson bass
Ali Jackson drums

Sabato 10 aprile - Salone delle Feste dell'Hotel del Sole - Piazza Mazzini Aversa

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