29 ott 2009

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Al via la stagione del Lennie Tristano con il concerto degli ALTA MADERA

Fonte: Comunicato stampa
Un concerto, il 7 novembre, tutto latino per inaugurare la stagione concertistica invernale dell’ Associazione “Lennie Tristano" di Aversa.
Ospiti del Jazz Club “Franco Borrini”, nel neonato Salone delle Feste dell’Hotel del Sole, gli Alta Madera, formazione che unisce musicisti di diversa estrazione geografica, tutti con una nota comune: la passione per il jazz e per la musica sudamericana.
Di vero e proprio latin jazz, infatti, si può parlare per questa singolare formazione, che, pur spaziando tra la musica cubana, venezuelana, brasiliana, argentina, non contempla l’uso delle percussioni, ma si avvale delle sole sonorità dei legni, per raggiungere risultati artistici veramente originali.
Nel nome del gruppo è racchiuso già il significato della direzione musicale che l’ensemble guidato dal violinista Ruben Chaviano intende consapevolmente perseguire: l’alta qualità della proposta musicale dal vivo, che da sempre contraddistingue le performance del gruppo: alta madera significa, per l’appunto, legno pregiato e di pregiate esecuzioni si rendono protagonisti i tre componenti della band, che annovera, oltre a Chaviano, Mino Cavallo alla chitarra e Filippo Pedol al contrabbasso.
L’uso dei legni in funzione sia melodica che ritmica conferisce al gruppo una cifra stilistica particolare, che sembra guardare ora alle performance raffinate di Astor Piazzolla, ora alle melodie più popolari, con temi che risultano a volte romantici, altre allegri e briosi, sempre comunque interessanti per l’orecchio di chi ascolta, anche dell’orecchio poco edotto. Tra le collaborazioni più interessanti spiccano quella con il grande percussionista indiano Trilok Gurtu e con il clarinettista Gabriele Mirabassi, realizzate per il Festival Orienteoccidente. Con entrambi i musicisti gli Alta madera hanno lavorato a progetti di rilievo internazionale. Della collaborazione con Mirabassi è testimone il live En Vivo!, registrato durante l’edizione 2005 del Festival. Ma il gruppo non disdegna le produzioni da studio, che prendono forma con altri due cd, Alta Madera e Velas, in cui il viaggio tra la musica del Sudamerica spazia tra joropo del venezuela, rumba cubana e musica di taglio più mediterraneo, non dimenticando le tradizioni europee che hanno fatto da matrice a tutti questi generi popolari, prima tra tutte quella del flamenco.
Tra i brani più noti il vorticoso Mariposa e il travolgente Blanquita, ascoltabile, insieme ad altri gradevolissimi brani, su myspace o sul sito ufficiale del gruppo, http://www.altamadera.it/.



Infoline: 328 8479115 - 349 8732513
Ufficio stampa: Nicola Di Santo 349 4010640

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28 ott 2009

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Vendola: “Una grande alleanza contro tutti i populismi”

“E’ sbagliato dire mai con l’Udc o mai con Rifondazione. Invece io propongo una Grande Alleanza di tutti quelli che sono contro il populismo e intendono difendere la democrazia e la Costituzione.”
di Riccardo Barenghi da La Stampa, 27 ottobre 2009

Grazie alle primarie Nichi Vendola riuscì a battere il suo concorrente del centrosinistra per poi farsi eleggere governatore della Puglia. Oggi dice: «Le primarie del Pd rappresentano una gigantesca domanda di buona politica. E dimostrano ll paradosso di una sinistra fatta di un largo popolo senza un partito e di tanti partiti senza un popolo». Scusi, Vendola, ma semmai dimostrano che quel partito un popolo ce I’ha…

«Diciamo che c’è l’evocazione del popolo ma non il popolo come soggetto che costruisce la politica. Tuttavia almeno dimostrano che la democrazia ha ancora un senso».

E’ contento della vittoria di Bersani, un uomo che guarda a sinistra?

«Io nutro stima e amicizia per tutti e tre i candidati, tuttavia il discorso di Bersani è quello che più si allontana dalla sciagurata autosufficienza di Veltroni, mi pare il più consapevole della necessità di alleanze politiche e sociali che formino un blocco per costruire l’alternativa al centrodestra».

Alleanze locali e nazionali che mettano insieme tutti quelli che stanno oggi all’opposizione, da Casini a Rifondazione?

«Non è questo il tempo in cui si possano segnare limiti simbolici e pregiudiziali. E’ sbagliato dire mai con l’Udc o mai con Rifondazione. Invece io propongo una Grande Alleanza di tutti quelli che sono contro il p0pulismo e intendono difendere la democrazia e la Costituzione».

Ma questa è una base sufficiente per protestare, non per governare.

«Intanto propongo a Bersani e a tutte le altre forze di opposizione una manifestazione nazionale che metta al centro il tema del lavoro e della democrazia. Più c’è precarietà, meno c’è democrazia. Più c’è disoccupazione e più cresce il populismo».

Ma manifestare è una cosa e governare un’altra…

«Il governo si prepara anche con le manifestazioni, mobilitando il nostro popolo. Dopo di che io sono per un dibattito a tutto campo sui programmi. Usciamo dalla fiction, usciamo dal salotto di Porta a Porta e misuriamoci sul serio con la realà drammatica del paese. Una discussione vera con tutti coloro che sentono scivolare l’Italia verso una deriva malata e populista. Propongo di mettere insieme chi condivide l’idea che li primo e più pericoloso nemico della democrazia è proprio il populismo incarnato da Berlusconi».

La sua Sinistra e libertà alle europee ha messo insieme voi, ex di Rifondazione, gli ex diessini di Mussi e Fava, i Verdi e i socialisti ottenendo il 3 per cento dei voti. Oggi però perdete pezzi, i Verdi vi abbandonano, i socialisti non hanno intenzione di fare un nuovo partito… Perché non entrate nel Pd di Bersani?

«Il progetto di Sinistra e libertà non è fallito, a dicembre avremo li nostro atto fondativo: e lì vedremo se noi larve che stiamo nei bozzoli fatti di microidentità, partitini, piccole rendite di ceto politico, saremo capaci di diventare farfalle».

E non potreste essere farfalle nel Pd?

«No, perché sarebbe il frutto di una rassegnazione e di una sconfitta. Mentre io penso che ci sono mille ragioni per l’esistenza di una forza a sinistra del Pd che oggi è sfrangiata e che se non ci fossimo noi verrebbe risucchiata nelle sue nicchie identitarie. Io non mi sento uno del Pd. Però voglio essere un suo interlocutore, e penso che con Bersani questo processo si possa avviare seriamente».

E con Rifondazione, da lì arrivano segnali di riunificazione.

«Ai quali rispondo con un invito: alle prossime regionali facciamo un cartello unitario di tutto ciò che vive a sinistra del Pd. Competitivo col Pd, non nemico del Pd, alleato col Pd».

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17 ott 2009

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Sanità in provincia di Caserta

Il coordinamento provinciale di Sinistra e Libertà-Ecologia, comincia dal tema "Sanità in provincia di Caserta" il primo di una serie di incontri pubblici attraverso i quali, anche in vista del prossimo importante appuntamento elettorale di marzo, si presenterà ai cittadini, ai simpatizzanti e agli elettori. L'appuntamento aversano si terrà alle 17.30 di venerdì 23 Ottobre presso la sala convegni dell'auditorium "ex-macello comunale" in Via Lennie Tristano. Si comincia dalla zona aversana, con l'obiettivo di toccare, nei prossimi mesi, le aree principali della nostra provincia e i temi di maggiore interesse.

Coordinamento prov.le Sinistra e Libertà
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16 ott 2009

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Il diritto e la giustizia come un fiume in piena nella nostra storia

Documento di denuncia, impegno e lotta nonviolenta alle luce delle Beatitudini contro le mafie e le illegalità a partire dalle Chiese a cura di Leandro Limoccia

La vera questione meridionale, che non è mai entrata per davvero nell’agenda dei governi, concerne il dato strutturale delle mafie.
Suddette organizzazioni criminali, con la loro capacità pervasiva, ed i collegamenti con il variegato mondo delle professioni e dei colletti bianchi, che rappresentano le “teste di ponte” per operazioni finanziarie apparentemente lecite, non hanno mai rappresentato un’evidenza e, di conseguenza, un’emergenza. Gli apparati dello Stato preposti alla tutela della sicurezza interna, nel contempo, non hanno sempre svolto con adamantina purezza i propri compiti: ancora non vi è, difatti, chiarezza sulle stragi della storia del nostro Paese, come gli attentati ai danni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e sulle paventate trattative “cosa nostra” e settori dello Stato; la reale ricostruzione di quanto accaduto in quegli anni è un postulato di una democrazia che voglia dirsi compiuta.
Le mafie, nel frattempo, si sono trasformate ed evolute; la loro presenza non è più solo nei quartieri, ma nei centri finanziari e culturali; esse non si manifestano più solo con delitti di sangue e classiche attività delinquenziali di natura economica; le cosche svolgono anche attività apparentemente lecite con mezzi e capitali illeciti, fatturando centinaia di milioni di euro, e operando con successo sui mercati internazionali. Di fronte ad un simile dato criminologico non sembrano sufficienti solo arresti eccellenti (anche se chiedo al Ministro Maroni perché non riusciamo ancora ad arrestare i pericolosi latitanti Antonio Iovine e Michele Zagaria).
La lotta alle mafie oggi deve passare attraverso una strategia economica e culturale contro i mafiosi della finanza.
E’ una lotta più difficile da combattere perché si tratta di attrezzare un’egemonia culturale della legalità, una strategia economica nei processi finanziari e culturali.
Le mafie hanno scelto di diventare “società civile diffusa”; o si riesce a governare ed elidere il fenomeno in atto o diventa tutto più difficile.
In questo quadro a Napoli, come in Campania, dobbiamo saper dire che il problema non è solo la camorra: spezzare il cerchio della mafiosità che con l’illegalità diffusa e l’alegalità, sono il terreno di coltura dell’evoluzione criminale, che baratta i diritti con i favori, produce sfiducia, impotenza, delega, complicità negative, rassegnazione, passività, indifferenza, egoismi, ma anche politica come falsa coscienza, protezioni clientelari, appalti truccati.
Se l’illegalità, la corruzione e le mafie diventano il sistema regolatore dei rapporti sociali, se registriamo più “spazio criminale”, occupato dalle nuove mafie, operanti in Italia e in Campania, qual è la domanda fondamentale?
L’affanno della ricerca, l’interrogativo nelle “quattro C”: continuità, coerenza, concretezza, cammino comune, è quale politica, quali politiche per combattere le mafie, l’illegalità, la corruzione?
E’ il tempo di una politica capace di recuperare consenso sociale, in cui lo Stato deve intervenire non solo con la forza, l’azione giudiziaria, ma con il consenso.
Occorre indicare risorse, strumenti, progetti, cooperazione, per lanciare un Piano di prevenzione locale, nazionale ed europeo per la Comunità libera dalle mafie, dall’illegalità, dalle violenze, dalla corruzione, e dalla mafiosità.
Un piano sociale che si riconosce nei metodi e nei contenuti della democrazia partecipata, dal consenso contrattato a un programma condiviso con i cittadini, gli immigrati e le diverse articolazioni della società civile responsabile, ma anche del popolo, delle istituzioni tutte, delle Chiese e delle religioni, ispirato alle “quattro C”.
In questa lotta contro le mafie, qual è l’impegno delle Chiese?
Intanto dobbiamo dire che la Chiesa rispetto alla realtà mafiosa nel nostro Paese, ha avuto varie fasi: dal silenzio imbarazzante, alla compromissione tra uomini di Chiesa e boss mafiosi; da una fase nuova negli anni ’70 dove si tentava di svegliare le coscienze e scuotere l’opinione pubblica, ma si consideravano ancora le mafie come un male tra i tanti; agli anni ’80 laddove di fronte alla efferatezza e alla quantità di delitti, i Vescovi percepirono la gravità e la diversità mafiosa.
Oggi, tranne alcune lodevoli singolarità, registriamo atteggiamenti variegati: dalle colpevoli assenze all’indifferenza; dal minimalismo al negazionismo; da un approccio tradizionalista ad una ingenuità che sembra sconfinare nella complicità.
Ancora adesso, purtroppo, sentiamo dire: “Io mi occupo del Vangelo, la mafia non mi riguarda”. Ma è proprio il Vangelo a dire ai cristiani di non occuparsi di mafia, bensì di giustizia, pace, libertà, misericordia.
V’è un’incompatibilità tra l’essere cristiani e l’essere mafiosi!
Don Peppe Diana, ucciso dalla camorra in sagrestia (quasi a voler dire: Prete questo è il tuo posto!), nel suo documento “Per amore del mio popolo”, diceva:”…l’azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per un ministerialità di liberazione, di promozione umana e di servizio”.
Oggi manca un Piano Pastorale delle Chiese, delle religioni, per affrontare le sfide delle mafie che non sono solo un problema morale, dove la risposta non può essere semplicemente una bella raccomandazione da fare ai politici “comportatevi bene”, ma la rottura del collateralismo, l’impegno della denuncia, dell’annuncio, del coraggio, attribuendo alle mafie non solo un problema etico ma religioso che inquina l’evangelizzazione.
Una pastorale che individui gli strumenti della formazione spirituale e umana, della condanna, della conversione morale, dell’impegno civile, di una sistematica educazione alla cittadinanza, alla legalità, alla responsabilità, al bene comune come formazione permanente alla dottrina sociale e punto cruciale della catechesi e della evangelizzazione.
Una Chiesa che faccia la sua parte contro le mafie e agisca contro la mafiosità.
Questo è un dato ancora irrisolto e l’iniziativa del Collegamento Campano contro le camorre, come briciole di pane, vuole dare il suo contributo:
1)cammini di legalità in Campania: contribuire a promuovere un cammino ed un confronto dal basso con tutte le realtà di Chiese e le realtà religiose;
2)giornata per la legalità e lo sviluppo, in concomitanza del 21 marzo la giornata della memoria e dell’impegno, promuovere la riflessione e l’azione sul documento del Collegamento Campano;
3)rete ecumenica, religiosa, per una comunità libera dalle mafie;
4)elaborazione di schede per una pastorale sociale in chiave di lotta alle mafie.

E’ chiaro che questo cammino ha bisogno di Chiese che devono essere Aperte nel senso di un’abbraccio che vuole incoraggiare la convivialità delle differenze, come diceva Don Tonino Bello, l’inclusione dell’escluso, il dialogo con tutti e con tutte le dimensioni del sapere umano, l’impegno a non tirarsi mai indietro nella sfida per la giustizia e per la pace.
Insomma sostenere chi si adopera per un’apertura verso l’esterno, che guarda lontano, intrecciando carità e giustizia, intercultura e religioni in dialogo.
Con questa iniziativa noi vogliamo riconoscere, quindi, lo sforzo di quelle realtà di Chiese e religioni molteplici in dialogo pellegrinante, in una sorta di reciprocità tra le fedi in un cammino interreligioso.
Nell’ascolto reciproco, nel confronto critico, nel dialogo, ma soprattutto, per contribuire a tenere viva una sana disposizione all’interrogazione e ad alimentare ed accrescere le forme di un domandare.
In questo quadro, quale possibile cammino comune?

1)E’ possibile ed è necessario la scelta dell’Etica condivisa con le altre religioni, ma anche con la società e le culture contemporanee, non consumata nei conflitti ma vissuta nel riconoscimento reciproco per operare un confronto nella mitezza. Un’etica comune che, non ubbidendo alla logica dell’utilitarismo, vuole essere sempre al servizio dell’uomo e dell’umanità, diventare strumento di diritti inviolabili e non negoziabili, di valori transculturali, di percorsi di dignità e di giustizia per tutti;

2)Etica condivisa che trova il suo nodo nella centralità della persona (non come feticcio cattolico e/o dilemma ideologico, quasi se il tema appartenesse ad una
schiera), che può essere l’elemento di costruzione collettiva che parla a tutte le religioni e a tutte le culture.
C’è bisogno, allora, di compiere un passaggio intermedio: scambi, saperi, il coraggio di sentirsi inadeguato, parole, passaggi, sguardi, ospitalità, ed essere validi interlocutori, per mettere al centro la persona, crogiolo di molti itinerari.
Centralità che educa la persona stessa a queste tre coordinate:
• l’unicità che non un’unicità da mercato;
• la relazionalità;
• la profondità ossia la non riducibilità alla mera osservabilità;

3)lo spirito critico, la mediazione e le identità mobili.
Nell’ascoltarci a vicenda e imparare gli uni dagli altri, nella gratuità e nella reciprocità. Perché “imparare” e “amare” hanno un decisivo punto in comune: far spazio a qualcuno o a qualcosa dentro di sé…
Ciò diventa la vera forza per camminare insieme tra realtà religiose, territori e volti, pur conservando le specifiche appartenenze ma nutrendo le identità plurali.
4)Bisogno di pensare.
Imparare ad apprendere, a pensare con la propria testa e ad essere responsabili e corresponsabili. Ripristinare l’intelaiatura del pensiero per riappropriarci di noi stessi, per nutrire lo Spirito.
Non intendo semplicemente pensiero critico, ma piacere del pensiero, passione delle idee, erotismo della mente. Cercare molto duramente di farsi strada nel pensiero fino alla chiarezza. Correggersi, controllare, leggere, confrontarsi comunitariamente, organizzando, setacciando e non sommando i vari saperi, suggerendo così una “democrazia cognitiva”.

Ma non basta solo il dialogo per cercare di unire tutte le forze.
Preferisco parlare di filosofia dialogica dove gli interlocutori si sentono tutti protagonisti di quello che stanno costruendo. Parlo di un ethos dell’ascolto e della cooperazione cognitiva ed emotiva per entrare in contatto con l’altro, dove ogni persona è partecipe attivamente di una vicenda, dove possiamo insieme nel mutuo apprendimento, attraverso i nostri vissuti, i saperi, germogliare l’azione e il comune pensiero.

Allora tutti, ma proprio tutti, dobbiamo saper intrecciare la lotta contro le mafie, con la costruzione di una Comunità Nuova, in un progetto collettivo per dare un senso profondo, scopi veri, dignità al vivere quotidiano.
Parlo della comunità dell’Amore di Dio.
Ma in che modo costruire Comunità? Facendo alleanza con la fedeltà di Dio, ed essere testimoni credibili e attivi di un mondo nuovo dove non ci sia più “Fame e sete di giustizia”.

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Campagna adesioni a Sinistra Ecologia e Libertà

Domenica 18 ottobre, con la presenza di banchetti nelle piazze di tutti capoluoghi di provincia, sarà celebrata la giornata di mobilitazione nazionale per il lancio della Campagna Adesioni a Sinistra Ecologia e Libertà.

L’adesione a Sinistra Libertà Ecologia non è semplicemente il riempimento di un modulo o il versamento di un pur necessario contributo finanziario.

E’ un atto di volontà politica con il quale si testimonia che si vuole andare avanti, oltre ogni idea di cartello elettorale e con più urgenza, verso l’obbiettivo di dare all’Italia ciò che oggi non ha: una nuova grande forza politica della sinistra.

Una forza popolare, aperta, inclusiva, di vecchie e nuove culture politiche, che faccia del lavoro e della sua dignità, dell’ecologia, della libertà e della pace, le colonne portanti del suo discorso pubblico, i paradigmi fondamentali della sua azione politica e programmatica, capace di superare le secche del minoritarismo identitario e della subalternità al pensiero unico che ha dominato la vita culturale, politica e sociale degli ultimi 15 anni.

Aderire a Sinistra Libertà Ecologia significa dare una risposta concreta a quanti ne vogliono il suo affossamento o il suo depotenziamento.

Significa sottoscrivere un impegno perché il progetto politico che ci unisce, possa vivere e crescere.

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14 ott 2009

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17 ottobre: Giornata mondiale contro la povertà

Amnesty per Bhopal
In occasione della Giornata mondiale contro la povertà, Amnesty International ha scelto di dare voce alle vittime di Bhopal, la città dell'India centrale teatro nel 1984 di un terribile disastro ambientale, dedicando la Giornata alle troppe persone che, a distanza di 25 anni, chiedono ancora giustizia. Il 2 dicembre 1984, migliaia di tonnellate di sostanze chimiche letali fuoriuscirono dall'impianto per la produzione di pesticidi della Union Carbide (oggi Dow Chemical Company) di Bhopal. In pochi giorni morirono tra le 7000 e le 10.000 persone e altre 15.000 nei 20 anni successivi. La maggior parte viveva in condizioni di povertà negli insediamenti abitativi precari che circondavano la fabbrica. A causa dei problemi di salute, in migliaia hanno perso il lavoro o la capacità di guadagnare denaro. In pratica, tutti quelli che sono stati colpiti dalla fuoriuscita dei gas sono stati trascinati ancora più a fondo nella povertà.
A distanza di quasi 25 anni, l'area di Bhopal non è ancora stata bonificata né sono state condotte inchieste adeguate sull'incidente e sulle sue conseguenze. Migliaia di persone continuano a soffrire di malattie associate al disastro e i sopravvissuti sono tuttora in attesa di ottenere una riparazione equa per le sofferenze subite. La Union Carbide non ha risarcito adeguatamente le vittime né bonificato la zona e le misure messe in atto dal governo indiano per avviare una riabilitazione dei sopravvissuti al disastro sono state insufficienti. Il 17 ottobre, le attiviste e gli attivisti di Amnesty International scenderanno nelle piazze di tutta Italia per chiedere riabilitazione, bonifica e giustizia per le vittime di Bhopal. Nell'ambito delle iniziative dedicate al 25° anniversario del disastro, dal 2 al 6 novembre la Sezione Italiana di AI accoglierà le tappe italiane del Bhopal bus tour: una delegazione di testimoni del disastro di Bhopal accompagnerà Amnesty in una serie di manifestazioni, iniziative e incontri pubblici a Roma e Milano, con l'obiettivo di riportare sotto i riflettori dell'opinione pubblica quella tragedia che causò la morte di circa 25.000 persone.
La Giornata mondiale contro la povertà e il Bhopal bus tour saranno due momenti importanti per raggiungere un obiettivo fondamentale: raccogliere 10.000 firme da consegnare all'Ambasciata indiana a Roma il 6 novembre.

Amplifica il messaggio (((BHOPAL NON PUÒ ESSERE DIMENTICATA)))






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12 ott 2009

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Vendola: entro dicembre congresso costituente

Sinistra e Libertà non può essere soffocata. Deve vivere, crescere, rendersi autonoma. Per questo bisogna costituire entro dicembre il nuovo soggetto politico della sinistra con un congresso costituente, aperto, unitario e partecipato. La spinta diffusa nella società italiana, evidenziata dall’opposizione al governo Berlusconi che richiede un protagonismo della sinistra, impone di darci strumenti adeguati a rappresentare questa esigenza.

Mentre il paese marcisce nelle lotte di potere estranee agli interessi reali del popolo italiano non ci possiamo più permettere di indugiare in alcuna forma di di politicismo.

Dobbiamo far rinascere una speranza a sinistra.

Nichi Vendola


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11 ott 2009

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Luigi D’Alesio incontra Raffaele La Capria

di Mario Francese
Lo scrittore aversano, Luigi D’Alesio, che recentemente si è distinto con il romanzo “Punto d’attracco”, risultato finalista al concorso internazionale di narrativa “Premio Nanà: Nuovi Scrittori per l’Europa”, promosso dalla rappresentanza italiana della Commissione Europea, ha avuto l’onore ed il privilegio di incontrare il grande scrittore Raffaele La Capria (premio Strega, 1961) nella sua casa romana. L’occasione è scaturita dall’ultimo lavoro di D’Alesio, un saggio proprio su La Capria uscito in questi giorni con il titolo “Raffaele La Capria e ‘la bella giornata’ di Napoli” per i tipi della Seneca edizioni.
Si tratta di un lavoro che segna una tappa importante nella carriera letteraria di D’Alesio, che si cimenta per la prima volta con un genere altamente specialistico qual è quello della saggistica letteraria.
L’obiettivo è quello di sviscerare in profondità il rapporto di odio-amore che lega Raffaele La Capria, uno dei più significativi scrittori italiani del ventesimo secolo, a Napoli, la sua città natale che egli ha lasciato in giovane età per trasferirsi a Roma.
Un rapporto contrassegnato da una sorta di poetico litigio, come egli ha più volte scritto e dichiarato: un’ambivalenza affettivo-sentimentale, rimasta tuttavia sempre saldamente ancorata ad un’indagine incessantemente lucida e creativa dei tanti problemi irrisolti di Napoli, sovente tanto antichi da sembrare connaturati alla città stessa, quasi invincibili, immutabili, eterni.
Il lavoro artistico di La Capria abbraccia ormai mezzo secolo di storia italiana; la fecondità delle sue intuizioni letterarie, dei simboli e delle allegorie contenuti con tanta dovizia nei suoi scritti narrativi e saggistici, si pone come una testimonianza unica e preziosa per gli accidentati percorsi figurali che riesce a disegnare e che si inseriscono in una costellazione di riferimenti estremamente ampia, ricongiungendosi, da una parte, ad alcune esperienze nodali della letteratura del secolo scorso, dall’altra, a fenomeni capitali della Storia di Napoli: la corruzione politica, la devastazione del paesaggio, la speculazione edilizia, i traffici illeciti, il dramma e le inquietudini sociali, la mancanza di una moderna classe dirigente.
Il saggio evidenzia come l’attività letteraria di La Capria è strettamente connessa a quella della sua città natale, tanto che l’ontogenesi dello scrittore spesso si confonde con la filogenesi storico-culturale di Napoli.
Possiamo concludere affermando senz’altro che quello di Luigi D’Alesio è un libro bello e appassionante, che si legge quasi come un romanzo.
Non è cosa di poco conto, in un mercato editoriale sempre più dominato da prodotti scadenti e di facile consumo.

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10 ott 2009

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Avanti con più urgenza e responsabilità

Sovvertendo le previsioni, il Congresso dei Verdi ha scelto un segretario e un percorso politico incompatibili con il progetto di Sinistra e Libertà. Che accade adesso? Nulla. O meglio, tutto: nel senso che il nostro progetto da domani va avanti con più urgenza e con più responsabilità. Si va avanti per rendere Sinistra e Libertà un soggetto finalmente e definitivamente autonomo dagli altrui eventi congressuali. Si va avanti continuando a considerare, con Grazia Francescato e con gli altri amici del vecchio gruppo dirigente dei Verdi, il profilo ambientalista come un tratto essenziale di questo nostro progetto, scegliendo di mantenere la decisione assunta a Napoli di aggiungere il termine “ecologia” al nostro logo.

Si va avanti in un processo che si deve dare modalità, appuntamenti e procedure più spedite e più motivate. Decidendo di battezzare in modo definitivo Sinistra e Libertà con un congresso prima delle prossime elezioni regionali.

Si va avanti lanciando, come già deciso, il nostro tesseramento domenica 18 ottobre, in una giornata che vorremo anche consacrare a una mobilitazione nazionale promossa da Sinistra e Libertà in difesa della Costituzione in tutte le piazze delle provincie italiane.
Si va avanti scegliendo che sia prioritaria, in questo processo, la politica: e dunque diventa centrale l’appuntamento di dicembre con i nostri Stati Generali. Alla discussione sulle forme della nostra organizzazione va affiancata subito una elaborazione e una proposta politica su questo tempo e su questo paese. Il gruppo di lavoro nazionale che si costituirà nei prossimi giorni, dopo le assemblee regionali, non dovrà essere il luogo in cui sommare le eredità culturali di ciascuno ma l’occasione per un nostro punto di vista originale, utile e consapevole sulla politica e sull’Italia.
Se Sinistra e Libertà non è mai stata la somma di alcuni, fragili partiti, è questo il momento in cui bisogna dimostrarlo. Non con le dichiarazioni di principio ma con i fatti della politica. Assumendo ciò che è accaduto a Fiuggi sabato scorso come una sollecitazione ad andare avanti: presto e bene. Senza voltarsi più indietro.

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Manifestazione nazionale antirazzista a Roma

Per tutti coloro che desiderano partecipare alla manifestazione nazionale antirazzista del 17 ottobre a Roma ci sarà la partenza di autobus da Napoli, alle ore 10, da Piazza Garibaldi, antistante l'Hotel Terminus.
Il prezzo del biglietto: 5 euro per giovani, precari e disoccupati; 10 euro per i lavoratori.
Per la prenotazione, necessaria, telefonare ai numeri 3409818578 - 3386502612 e/o indirizzare l'adesione all'indirizzo e-mail: info@sinistracampana.org

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