8 mag 2009

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Ora basta con le risse

di Marco Damilano (dall'Espresso)
Tutte le sinistre sono state sconfitte. E' ora di mettere in piedi il cantiere di una nuova sinistra. Colloquio con Nichi Vendola

"Serve una stagione di semina per far nascere il partito di una sinistra nuova". Nichi Vendola, presidente della Puglia, capofila di Sinistra e Libertà dopo 18 anni in Rifondazione, prova a mettere ordine nel disastrato campo della sinistra.

Con la crisi e le tensioni sociali dovrebbe essere il vostro momento d'oro. E invece siete a rischio estinzione. Come mai?
"Siamo di fronte a un'ondata di piena della marea berlusconiana per ragioni di lungo periodo. Il mondo del lavoro ha conosciuto un bombardamento sociale e culturale. Oggi resta la precarietà: la paura di non trovare lavoro, di perderlo, di perdere la vita per mantenerlo".
Perché i ceti più popolari votano in gran parte a destra?
"Perché la sinistra appare inefficace, l'olimpiade della divisione e della rissa. Mentre il berlusconismo ti prospetta un sogno. Noi volevamo la scuola e la sanità pubblica, il lavoro per tutti. Berlusconi propone un sogno individuale: fare la velina alla scuola di Brunetta".
D'accordo: ma in due anni avete perso tre milioni di voti, come pensate di recuperarli?
"Abbiamo pagato la nostra incapacità di cambiare l'asse strategico del governo Prodi...".
Condivide il giudizio di Bertinotti: "Prodi spregiudicato uomo di potere"?
"Prodi ha dato una lettura sbagliata di quello che stava succedendo nelle viscere del Paese: la perdita di sicurezza, l'impoverimento del ceto medio. Non avrebbe dovuto insistere con il risanamento, oggi lo ammette anche D'Alema".
D'Alema sembra il più pronto a dialogare con voi. Lei ricambia?
"A me interessa il travaglio del Pd. Non sono felice che il Pd sia stato strangolato dal veltronismo e che oggi sia sottoposto a cure palliative, sbandato, senza ubi consistam. È una tragedia per tutti. In questo Paese ci sono troppi vuoti: il vuoto dell'opposizione, il vuoto della sinistra che non può essere colmato da Franceschini".

E da Di Pietro?
"Sto parlando di sinistra, Di Pietro non c'entra niente...".
Qual è la ricetta? Tornare tutti insieme con gli ex Ds del Pd?
"Non si tratta di tornare. Non ci sono operazioni di restauro da fare, anche se a sinistra sono in azione tanti restauratori delle vecchie glorie. Io mi auguro di mettere in piedi al più presto il cantiere di un nuovo partito. Tutte le sinistre sono state sconfitte, nessuna può vantare gli attrezzi giusti, ora serve meno spocchia: i riformisti si sono attribuiti le virtù del governo che si tramandavano di riformista in riformista, la sinistra radicale si è assegnata la virtù dell'innocenza che viene fatalmente ferita dalla prova del governo. È stato il trionfo della bandierina, ognuno ha alzato la sua. Ora basta".
Intanto la sinistra è in difficoltà specie al Sud. Al governo ci siete voi, ma la destra vola nei sondaggi. Si sente responsabile?
"Assolutamente no. Il Sud paga l'inquietudine. Una situazione in cui il dissenso è diventato pericoloso e una crisi coniugale fa più paura al governo di un terremoto".
E lei? Che partita gioca?
"Cerco parole nuove, senza le quali la sinistra non rinasce. Il vocabolario, il 'libro più prodigioso del mondo' come lo chiama il bambino Peppino Di Vittorio nella fiction tv. Ecco, io mi sento come quel bambino lì".
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