Greenpeace, il 17 marzo, denunciava l’acquisto da parte della multinazionale di olio di palma da aziende che stanno devastando la foresta pluviale indonesiana e spingendo inevitabilmente gli oranghi verso l’estinzione. Oggi, a due mesi di distanza, Nestlé ha annunciato che non userà più prodotti che provengono dalla distruzione delle foreste tropicali.
Nestlé si è impegnata a identificare, e a escludere dalla sua filiera, quei fornitori che sono proprietari o gestiscono “piantagioni ad alto rischio o legati alla deforestazione”. Questa esclusione si applica in particolare ad aziende come Sinar Mas, il più noto produttore di olio di palma e carta dell’Indonesia e ha implicazioni anche per quei commercianti di olio di palma, come Cargill, che continuano a comprare da Sinar Mas.
Greenpeace è soddisfatta della decisione di Nestlé di concedere un break agli oranghi e alle foreste perché, insieme a decine di migliaia di persone, è stata aiutata, con messaggi e altre forme di attivismo sul web, a raggiungere questo importante obiettivo. È la vittoria di tutti.
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