12 mar 2010

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Nessun diritto per le persone rom

Fonte: Da Amnesty International
"Sogniamo tutte le notti che i nostri figli avranno una casa dove vivere, così non li chiameranno 'zingari"
Elpida, una rom macedone che dal 2000 vive insieme al marito e ai loro quattro figli nel campo di Tor de' Cenci, alla periferia sudoccidentale di Roma. Per effetto del "Piano nomadi", centinaia di famiglie rom a Roma sono state sgomberate e altre lo saranno, per essere trasferite in campi nella periferia della capitale. Senza essere consultati, senza poter scegliere di vivere in un alloggio permanente, molti rom temono che le loro prospettive d'impiego e la carriera scolastica dei figli verranno compromesse. Chi invece sarà escluso dal "Piano nomadi", dovrà lasciare i campi senza un'alternativa se non un rifugio di fortuna, almeno fino al prossimo sgombero. Da molto tempo i rom in Italia subiscono discriminazioni e negli ultimi anni gli sgomberi forzati sono diventati più frequenti. Con l’adozione del “Piano nomadi”, che prevede la chiusura di oltre 100 campi di Roma, migliaia di rom sono a rischio di violazioni dei diritti umani.

Il “Piano nomadi” è il primo programma sviluppato attraverso i poteri speciali previsti dal decreto governativo del maggio 2008, per affrontare la cosiddetta “emergenza nomadi”. Avviato il 31 luglio 2009 dal Comune di Roma e dal prefetto di Roma, il piano spiana la strada allo sgombero forzato di migliaia di rom e al trasferimento della maggior parte di essi, ma non di tutti, in campi ampliati o di nuova costruzione nella periferia di Roma.
In base al piano, 6000 rom (su 7177 residenti nei campi, secondo un censimento considerato incompleto da più punti) dovranno spostarsi in 13 campi definiti “villaggi”. I sette campi “autorizzati” esistenti saranno mantenuti o ampliati, mentre tre dei 14 “tollerati” verranno ristrutturati. Saranno costruiti due nuovi campi e una “struttura di transito”.

Centinaia di famiglie sono già state sgomberate e altre lo saranno nei prossimi mesi. Anche se sono state effettuate alcune consultazioni nei campi coinvolti dal “Piano nomadi”, gli standard internazionali sui diritti umani richiedono che vengano consultate tutte le persone di cui è previsto lo sgombero. Coloro che potranno trasferirsi dovranno spostarsi in altri campi e non in alloggi permanenti in cui molti rom vorrebbero vivere. Molti temono che le loro prospettive d’impiego e la carriera scolastica dei figli verranno compromesse. Ma questi sono i più fortunati. Per gli altri non è previsto un alloggio alternativo: lasceranno Roma o troveranno un rifugio dove potranno, fino al prossimo sgombero.

Secondo Amnesty International il “Piano nomadi”, nella sua formulazione attuale, non rispetta gli obblighi dell’Italia di garantire che non vi sia discriminazione nei confronti di gruppi specifici né segregazione in materia di alloggio e di prevenire e non effettuare gli sgomberi forzati. C’è invece bisogno di un piano che nasca da una consultazione coi rom interessati e che mostri profondo rispetto per i loro diritti umani.

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