di Grazia della Volpe
“Attiva cittadina nella fertilissima piana dell’entroterra di Napoli, importante nodo di comunicazione; è patria dei musicisti N. Iommelli e D. Cimarosa”. Così é argomentata la voce Aversa sulla nuova guida del T.C.I., ma Aversa non è soltanto questo. Oggi è conoscenza di tutti che la nostra città sia stata la prima contea normanna del mezzogiorno, una conoscenza forse non realmente accompagnata dalla coscienza di quanto questo primato sia stato importante.Aversa, fondata tra il 1029/30, per i suoi primi 125 anni si sviluppa grazie all’operato di 12 conti, ricoprendo un ruolo da protagonista attivo nelle vicende del frammentario mezzogiorno italiano; prima di confondere la sua storia, seppur sempre attiva, con la storia del regno. Si respira, ancora
oggi passeggiando all’interno del duomo, il cavalleresco spirito di un crociato o il pio entusiasmo di un monaco che solo “una rovina” medioevale può ispirare. E si dice che il medioevo sia stato un secolo buio! Quello? E quello che Aversa vive oggi cos’è un momento illuminato? Non sembra! Oggi Aversa cos’è? Una città che ha perso completamente di credibilità nelle relazioni con gli altri comuni, quando nel buio medioevo era un soggetto di cui tener conto: ci meritiamo di più. Aversa
oggi è un consigliere che aggredisce malmenando un libero cittadino che, seppur con forza, si è guadagnato uno spazio per esternare la sua disperazione in consiglio comunale: ci meritiamo di più; è un sindaco che ride costantemente e deride la collettività quando questa nel tentativo di “darsi da fare” incappa nel suo “non voler – saper fare niente”: ci meritiamo di più. Aversa, oggi, è una pletora di consiglieri, eletti sicuramente con mirabili numeri, che stanno lì a rappresentare solo se stessi, qualche loro interesse, alle volte anche minimo purché ci sia da sgraffignare qualcosa, ma principalmente che stanno lì per soddisfare un bisogno di presenzialismo e di passerella, Aversa oggi è anche quei consiglieri che comunque vadano gli esiti elettorali stanno sempre in maggioranza: che dite ? Ci meritiamo di più. Oggi, Aversa è una partita a scacchi, dove le mosse sono molteplici, ma le pedine sempre le stesse. In 18 mesi di amministrazione abbiamo assistito ad un momento di apparente deontologia politica: le dimissioni della giunta formatasi all’indomani delle elezioni di maggio. Perché apparente? Perché successivamente al periodo della sedicente giunta tecnica, quegli stessi nomi dimessisi, hanno riaccettato gli incarichi che avevano fintamente lasciato un pò di tempo prima. È correttezza questa nei confronti dell’elettorato? Aversa oggi è la classe dirigente che ben si riconosce in quel: “non è di mia competenza”, che ogni cittadino si è sentito sicuramente ripetere, di quello scarica barile che si attiva mentre il cittadino cerca di associare le competenze ai soggetti, in un enigmatico gioco di “riordina le sequenze”, tenendo sempre presente che nel blocco enigmistico ci hanno inserito le vite di tutti noi. Qui ci troviamo davanti alla concreta confutazione di ogni lettura progressista ed evolutiva della storia, visto il nostro ricco passato; ma quale evoluzione? Per dirla in modo più verace qui invece di andare avanti stiamo andando indietro, non vi pare? E allora ci meritiamo di più?
oggi passeggiando all’interno del duomo, il cavalleresco spirito di un crociato o il pio entusiasmo di un monaco che solo “una rovina” medioevale può ispirare. E si dice che il medioevo sia stato un secolo buio! Quello? E quello che Aversa vive oggi cos’è un momento illuminato? Non sembra! Oggi Aversa cos’è? Una città che ha perso completamente di credibilità nelle relazioni con gli altri comuni, quando nel buio medioevo era un soggetto di cui tener conto: ci meritiamo di più. Aversa
oggi è un consigliere che aggredisce malmenando un libero cittadino che, seppur con forza, si è guadagnato uno spazio per esternare la sua disperazione in consiglio comunale: ci meritiamo di più; è un sindaco che ride costantemente e deride la collettività quando questa nel tentativo di “darsi da fare” incappa nel suo “non voler – saper fare niente”: ci meritiamo di più. Aversa, oggi, è una pletora di consiglieri, eletti sicuramente con mirabili numeri, che stanno lì a rappresentare solo se stessi, qualche loro interesse, alle volte anche minimo purché ci sia da sgraffignare qualcosa, ma principalmente che stanno lì per soddisfare un bisogno di presenzialismo e di passerella, Aversa oggi è anche quei consiglieri che comunque vadano gli esiti elettorali stanno sempre in maggioranza: che dite ? Ci meritiamo di più. Oggi, Aversa è una partita a scacchi, dove le mosse sono molteplici, ma le pedine sempre le stesse. In 18 mesi di amministrazione abbiamo assistito ad un momento di apparente deontologia politica: le dimissioni della giunta formatasi all’indomani delle elezioni di maggio. Perché apparente? Perché successivamente al periodo della sedicente giunta tecnica, quegli stessi nomi dimessisi, hanno riaccettato gli incarichi che avevano fintamente lasciato un pò di tempo prima. È correttezza questa nei confronti dell’elettorato? Aversa oggi è la classe dirigente che ben si riconosce in quel: “non è di mia competenza”, che ogni cittadino si è sentito sicuramente ripetere, di quello scarica barile che si attiva mentre il cittadino cerca di associare le competenze ai soggetti, in un enigmatico gioco di “riordina le sequenze”, tenendo sempre presente che nel blocco enigmistico ci hanno inserito le vite di tutti noi. Qui ci troviamo davanti alla concreta confutazione di ogni lettura progressista ed evolutiva della storia, visto il nostro ricco passato; ma quale evoluzione? Per dirla in modo più verace qui invece di andare avanti stiamo andando indietro, non vi pare? E allora ci meritiamo di più?
Veramente meritiamo di più!
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