28 ott 2009

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Vendola: “Una grande alleanza contro tutti i populismi”

“E’ sbagliato dire mai con l’Udc o mai con Rifondazione. Invece io propongo una Grande Alleanza di tutti quelli che sono contro il populismo e intendono difendere la democrazia e la Costituzione.”
di Riccardo Barenghi da La Stampa, 27 ottobre 2009

Grazie alle primarie Nichi Vendola riuscì a battere il suo concorrente del centrosinistra per poi farsi eleggere governatore della Puglia. Oggi dice: «Le primarie del Pd rappresentano una gigantesca domanda di buona politica. E dimostrano ll paradosso di una sinistra fatta di un largo popolo senza un partito e di tanti partiti senza un popolo». Scusi, Vendola, ma semmai dimostrano che quel partito un popolo ce I’ha…

«Diciamo che c’è l’evocazione del popolo ma non il popolo come soggetto che costruisce la politica. Tuttavia almeno dimostrano che la democrazia ha ancora un senso».

E’ contento della vittoria di Bersani, un uomo che guarda a sinistra?

«Io nutro stima e amicizia per tutti e tre i candidati, tuttavia il discorso di Bersani è quello che più si allontana dalla sciagurata autosufficienza di Veltroni, mi pare il più consapevole della necessità di alleanze politiche e sociali che formino un blocco per costruire l’alternativa al centrodestra».

Alleanze locali e nazionali che mettano insieme tutti quelli che stanno oggi all’opposizione, da Casini a Rifondazione?

«Non è questo il tempo in cui si possano segnare limiti simbolici e pregiudiziali. E’ sbagliato dire mai con l’Udc o mai con Rifondazione. Invece io propongo una Grande Alleanza di tutti quelli che sono contro il p0pulismo e intendono difendere la democrazia e la Costituzione».

Ma questa è una base sufficiente per protestare, non per governare.

«Intanto propongo a Bersani e a tutte le altre forze di opposizione una manifestazione nazionale che metta al centro il tema del lavoro e della democrazia. Più c’è precarietà, meno c’è democrazia. Più c’è disoccupazione e più cresce il populismo».

Ma manifestare è una cosa e governare un’altra…

«Il governo si prepara anche con le manifestazioni, mobilitando il nostro popolo. Dopo di che io sono per un dibattito a tutto campo sui programmi. Usciamo dalla fiction, usciamo dal salotto di Porta a Porta e misuriamoci sul serio con la realà drammatica del paese. Una discussione vera con tutti coloro che sentono scivolare l’Italia verso una deriva malata e populista. Propongo di mettere insieme chi condivide l’idea che li primo e più pericoloso nemico della democrazia è proprio il populismo incarnato da Berlusconi».

La sua Sinistra e libertà alle europee ha messo insieme voi, ex di Rifondazione, gli ex diessini di Mussi e Fava, i Verdi e i socialisti ottenendo il 3 per cento dei voti. Oggi però perdete pezzi, i Verdi vi abbandonano, i socialisti non hanno intenzione di fare un nuovo partito… Perché non entrate nel Pd di Bersani?

«Il progetto di Sinistra e libertà non è fallito, a dicembre avremo li nostro atto fondativo: e lì vedremo se noi larve che stiamo nei bozzoli fatti di microidentità, partitini, piccole rendite di ceto politico, saremo capaci di diventare farfalle».

E non potreste essere farfalle nel Pd?

«No, perché sarebbe il frutto di una rassegnazione e di una sconfitta. Mentre io penso che ci sono mille ragioni per l’esistenza di una forza a sinistra del Pd che oggi è sfrangiata e che se non ci fossimo noi verrebbe risucchiata nelle sue nicchie identitarie. Io non mi sento uno del Pd. Però voglio essere un suo interlocutore, e penso che con Bersani questo processo si possa avviare seriamente».

E con Rifondazione, da lì arrivano segnali di riunificazione.

«Ai quali rispondo con un invito: alle prossime regionali facciamo un cartello unitario di tutto ciò che vive a sinistra del Pd. Competitivo col Pd, non nemico del Pd, alleato col Pd».
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