Riportiamo di seguito il documento che il WWF Agro Aversa-Napoli ha presentato ieri 13 novembre nel corso del convegno, dal titolo "Quale idea di futuro per città di Aversa?", presso la sala consiliare del comune di Aversa.
L’urbanistica, in quanto “arte di organizzare e gestire gli agglomerati urbani”, deve contemperare nello spazio (ambiente) desideri, esigenze e diritti dei cittadini.
Cittadini che, tuttavia, possono, come singoli o in forma organizzata, esprimere anche desideri illegittimi, ad esempio appropriarsi di spazi destinati ad uso pubblico o praticando l’abuso edilizio. L’urbanistica, rispettosa dell’ambiente e dei diritti dei cittadini, deve necessariamente discernere tra richieste legittime e richieste illegittime.In questo senso messaggi del genere costituiscono delle linee guida chiare per l’Amministrazione che non ricerca semplicemente la mediazione degli interessi ma che sia anche attenta al risultato delle mediazioni, ovvero alla qualità ambientale e civica che ne risulta.
Il passaggio fondamentale del miglioramento e protezione dell’ambiente urbano, non è una novità, lo si attua con strumenti urbanistici di pianificazione territoriale, prima era denominato Piano Regolatore Generale (P.R.G.), ora Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.). Per quanto attiene ai suggerimenti a questo strumento generale si chiede una maggiore attenzione a quelle che sono le esigenze ambientali di miglioramento della qualità della vita nell’ambito “dell’ecosistema urbano”. In primo luogo si chiede che la pianificazione territoriale ed urbanistica tenga conto non solo della città come agglomerato di edifici pubblici e privati, abitazioni, costruzioni industriali e produttive, strade, aree di sosta, piazze ed aree verdi agricole sparse qua e la ma si guardi alla città come ecosistema. Così come le Scienze ci insegnano l’ecosistema è un insieme di esseri viventi (non solo l’essere umano) che vivono ed interagiscono tra loro e con l’ambiente fisico (aria, acqua, suolo, edifici, strade e così via), seguendo delle specifiche relazioni biologiche, chimiche e fisiche.
Vediamo qui di seguito alcuni dei suggerimenti pratici che potrebbero essere utili allo sviluppo di una politica di “ecologia urbana applicata” ad Aversa.
L’urbanistica, in quanto “arte di organizzare e gestire gli agglomerati urbani”, deve contemperare nello spazio (ambiente) desideri, esigenze e diritti dei cittadini.
Cittadini che, tuttavia, possono, come singoli o in forma organizzata, esprimere anche desideri illegittimi, ad esempio appropriarsi di spazi destinati ad uso pubblico o praticando l’abuso edilizio. L’urbanistica, rispettosa dell’ambiente e dei diritti dei cittadini, deve necessariamente discernere tra richieste legittime e richieste illegittime.In questo senso messaggi del genere costituiscono delle linee guida chiare per l’Amministrazione che non ricerca semplicemente la mediazione degli interessi ma che sia anche attenta al risultato delle mediazioni, ovvero alla qualità ambientale e civica che ne risulta.
Il passaggio fondamentale del miglioramento e protezione dell’ambiente urbano, non è una novità, lo si attua con strumenti urbanistici di pianificazione territoriale, prima era denominato Piano Regolatore Generale (P.R.G.), ora Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.). Per quanto attiene ai suggerimenti a questo strumento generale si chiede una maggiore attenzione a quelle che sono le esigenze ambientali di miglioramento della qualità della vita nell’ambito “dell’ecosistema urbano”. In primo luogo si chiede che la pianificazione territoriale ed urbanistica tenga conto non solo della città come agglomerato di edifici pubblici e privati, abitazioni, costruzioni industriali e produttive, strade, aree di sosta, piazze ed aree verdi agricole sparse qua e la ma si guardi alla città come ecosistema. Così come le Scienze ci insegnano l’ecosistema è un insieme di esseri viventi (non solo l’essere umano) che vivono ed interagiscono tra loro e con l’ambiente fisico (aria, acqua, suolo, edifici, strade e così via), seguendo delle specifiche relazioni biologiche, chimiche e fisiche.
Vediamo qui di seguito alcuni dei suggerimenti pratici che potrebbero essere utili allo sviluppo di una politica di “ecologia urbana applicata” ad Aversa.
1. Obiettivo di “demotorizzazione ragionata” del 10% di strade e piazze di Aversa (cioè creazione di aree pedonali o a traffico limitato ai residenti e mezzi di soccorso, realizzando, al contempo una serie di servizi integrativi e di supporto (aree di sosta, mezzi di trasporto pubblici, piste ciclabili, e così via) a tale provvedimento che non sia un mero divieto al transito ma che possa coniugare esigenze e richieste di tutti i fruitori della città).
2. Più aree verdi ed alberi in città che siano orientate alla scelta delle specie autoctone. Questo punto potrebbe sembrare per molti professionisti del settore e per molti cittadini al massimo come elemento decorativo e di miglioramento estetico del paesaggio urbano. Ma questo è l’ultimo degli elementi di valutazione dell’importanza del verde in una città. In primo luogo si deve entrare nell’ottica che un albero in più, un prato in più, un’area verde in più in un ambiente urbano fa bene alla salute delle persone che vivono quel contesto, sia di passaggio, sia stabilmente. Basti pensare che un solo leccio (la caratteristica quercia sempreverde mediterranea) riesce a produrre una quantità di ossigeno, nell’arco del periodo di luce di una giornata (cioè durante il periodo fotosintetico), utile a soddisfare le esigenze di sana respirazione di ben otto esseri umani adulti. Lo stesso numero di alberi riescono ad assorbire una quantità di inquinamento atmosferico elevatissima, sottraendo sostanze dannose alla respirazione umana dall’atmosfera. L’elenco dei benefici degli alberi e del verde è davvero enorme e per brevità lo omettiamo in questa sede ma basti pensare, ancora, alla regolazione del microclima offerto dal mondo vegetale, del ciclo delle acque e così via, si intende subito che il valore dell’incremento delle aree verdi è di vitale importanza per una città.
3. Piano di regolamentazione delle acque. Questo piano deve essere pensato in funzione delle stagioni di maggiore caduta di acque meteoriche (piogge). Un approccio culturale sulla regolamentazione delle acque deve essere sempre presente nelle scelte e nella pianificazione urbanistica che tenga conto del rispetto dell’ambiente. In questo senso l’intero territorio comunale deve essere suddiviso in base alla permeabilità del suolo. L’obiettivo è di bilanciare la quantità di territorio a substrato permeabile (suolo agricolo, suolo di aree verdi, suolo adibito ad attività sportive all’aperto e così via) e quella a substrato impermeabile (suolo coperto da edifici, piazze, parcheggi, strade e così via). Potrebbe essere utile, ad esempio, pavimentare le aree di sosta ed altre aree pubbliche con le “mattonelle forate” che lascino crescere l’erba e che consentano la permeazione dell’acqua meteorica.
4. Piani di recupero del centro storico. Il piano di recupero del centro storico nasce con la legge 457/1978, come espressione di una elevata sensibilità verso il patrimonio architettonico dei centri storici alla cui bellezza ed armonia facevano riscontro periferie sempre più anonime e sempre meno vivibili. Il recupero del centro storico deve essere visto, sul serio, come portatore di benefici sociali in termini di incremento della qualità della vita e di rinascita ambientale che sia rispettosa delle particolarità urbanistiche, architettoniche e paesaggistiche tipiche di un luogo. In questo senso al recupero del centro storico, in timida fase di attuazione da parte delle istituzioni (Comune, Chiesa, ecc.), deve essere sostenuta anche quella realizzata da soggetti privati.
5. Sistema di trasporto urbano pubblico. Questo punto rientra nel discorso del Piano Urbano del traffico (P.U.T.). Sembra davvero indispensabile implementare e capillarizzare un sistema efficiente di trasporto pubblico teso a disincentivare l’uso del mezzo privato. E’ ovvio che se il cittadino trovi più conveniente spostarsi con il mezzo pubblico o, meglio ancora, con la bicicletta all’interno del tessuto urbano, si ottengono forti ripercussioni positive sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico, dell’inquinamento acustico e della congestione del traffico veicolare. In questo senso è indispensabile pensare ad una rete di piste ciclabili e un sistema integrato bici-treno, bici-autobus e bici-metro.
6. Piano energetico comunale che privilegi e diffonda le fonti energetiche alternative (solare fotovoltaico e solare termico). Potremmo suggerire, per l’illuminazione stradale, l’istallazione di nuove luci “a led”, una tecnologia innovativa ed efficace sul fronte del risparmio energetico. Con le lampade a led, infatti, si può ottenere un risparmio di consumi energetici fino al 51% che corrisponde alla diminuzione di anidride carbonica, ad una maggiore durata delle lampade e a minori costi di manutenzione.
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