tratto da "Comunicare il Sociale" di Alfonso Bianchi - foto di Valentina Quintano (una cella di uno dei reparti in dismissione dell'OPG di Aversa - Un internato nella sua cella dell'OPG di Aversa)


Persone che insomma dovrebbero essere aiutate a superare i propri problemi psichici per poter tornare nella società. Il più delle volte la loro situazione mentale invece non fa che peggiorare dopo l’internamento. Come hanno denunciato più volte associazioni come Antigone le condizioni delle strutture sono in alcuni casi abominevoli. Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto e Montelupo Fiorentino sono, dei sei OPG italiani, quelli che si trovano nello stato peggiore e la commissione parlamentare presieduta da Ignazio marino ne ha chiesto la chiusura. I parlamentari che hanno potuto visitarli hanno descritto una realtà spaventosa: strutture fatiscenti e sporche, prive del personale necessario, con internati lasciati praticamente all’abbandono e che in alcuni casi sono stati addirittura trovati legati ai letti con strisce di stoffa su materassi che hanno un buco centrale per gli escrementi. Lo Stato li ha dimenticati e non fornisce le risorse adeguate per garantire loro le necessarie cure. A differenza dei detenuti comuni gli internati sanno quando entreranno in un Opg, ma non sanno quando ne potranno uscire. La loro condanna, anche per reati minori, può essere prorogata all’infinito dando vita a quello che viene definito “ergastolo bianco”. Sono i medici infatti a dover stabilire se l’individuo è ancora socialmente pericoloso o è pronto per uscire.
E quando anche sia ritenuto innocuo questo non basta alla sua liberazione perché in quanto sofferente psichico ha bisogno di una struttura sanitaria esterna che si prenda cura di lui.
E queste strutture mancano o non vengono messe in grado di operare. Il risultato è che persone condannate a due anni sono rinchiuse addirittura da 25. Questa prospettiva di abbandono porta a conseguenze tragiche. L’Opg di Aversa ha avuto il triste onore di inaugurare la tragica conta delle morti negli istituti di detenzione del 2011. Il 4 gennaio un internato si è impiccato nella sua cella in pieno pomeriggio, senza che nessuno se ne accorgesse. Aveva 31 anni.
Eppure dei 1452 internati presenti in Italia 300 sono stati considerati dimissibili della commissione Marino e anzi il ministro Alfano aveva promesso di liberarli entro Natale. Sono ancora lì.
E quando anche sia ritenuto innocuo questo non basta alla sua liberazione perché in quanto sofferente psichico ha bisogno di una struttura sanitaria esterna che si prenda cura di lui.
E queste strutture mancano o non vengono messe in grado di operare. Il risultato è che persone condannate a due anni sono rinchiuse addirittura da 25. Questa prospettiva di abbandono porta a conseguenze tragiche. L’Opg di Aversa ha avuto il triste onore di inaugurare la tragica conta delle morti negli istituti di detenzione del 2011. Il 4 gennaio un internato si è impiccato nella sua cella in pieno pomeriggio, senza che nessuno se ne accorgesse. Aveva 31 anni.
Eppure dei 1452 internati presenti in Italia 300 sono stati considerati dimissibili della commissione Marino e anzi il ministro Alfano aveva promesso di liberarli entro Natale. Sono ancora lì.
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