Cresciuto ad Aversa, il giovane fumettista Marius ha inventato un'eroina bionda che combatte la criminalità. E ora cerca un editore, non solo in Italia
da L'Espresso di Claudio PappaianniL'ultima minaccia per la criminalità organizzata campana è rosa, anzi Viola- E si chiama "Violet", come il nome della superoina dei fumetti concepita dalla fantasia e dalla matita di Marius, al secolo Mario Lucio Falcone, disegnatore 28enne che vive ad Aversa, a 13 chilometri da Casal di Principe. Il suo nome deriva dal colore del corpetto e dalla maschera: viola, proprio come il maglioncino che indossava Antonio Iovine, detto 'o Ninno, nel giorno del suo arresto.
La Wonder Woman di Gomorra ha 23 anni e una storia molto difficile alle spalle: figlia di un corriere di droga che ha provato ad uscire dal giro e per questo è stato ucciso insieme alla moglie, la ragazza viene rapita dal boss e avviata alla prostituzione. Usata come cavia per testare una sostanza stupefacente che ucciderà tutte le sue compagne di sventura, Violet si salva e scappa. La droga ha su di lei l'effetto contrario: è la sua kryptonite che le dà i superpoteri che ne faranno la paladina dell'anticamorra a fumetti.
«Il personaggio è nato quasi per caso, l'idea no – spiega Marius – pensavo da tempo a dar vita a un supereroe ambientato nelle nostre città. I disegnatori americani usano come scenario per i loro lavori New York o nelle altre metropoli, i giapponesi Tokyo. La mia scelta è caduta su Napoli: se non qui, dove?». Nelle tavole inedite di Marius che l'Espresso mostra in queste pagine, Violet si muove nel capoluogo partenopeo volando tra i palazzi e i monumenti del centro storico, tra le Vele di Secondigliano, sopra le piazze dello spaccio di Scampia.
E' un supereroe che soffre, che sanguina se viene colpita ma è anche una ragazza come tante: indossa jeans a vita bassa, scarpe da ginnastica in tela e giubbotto in pelle. È bella, ha lunghi capelli biondi e per sbarcare il lunario fa la ballerina di lap-dance. Ma non ad Arcore: «Ho pensato a un personaggio realistico, maltrattato dalla vita, con tutte le difficoltà che possono incontrare le ragazze della sua età oggi. Ma ho voluto puntare su una figura femminile, perché la donna a Napoli ha un ruolo ancora più centrale, più forte: è la donna, la mamma, la moglie, e può tanto contro la camorra». In attesa di liberare Napoli dal male, Violet potrebbe conquistare l'America: il personaggio partecipa a un concorso della Stan Lee Foundation per l'ideazione di un nuovo supereroe. Decidono i lettori, votando all'indirizzo www.talenthouse.com. Così Marius e la sua Violet cercano gloria oltreoceano, anche perché in Italia, almeno per il momento, non c'è nemmeno un editore pronto a scommettere sul talento di questo talento cresciuto a Gomorra. «Uno c'era ma poi si è tirato indietro. Non so bene il perché...». La camorra dopo il "potere della parola" può temere l'offensiva del fumetto? «Questo non lo so. Ma più si parla di un male, più si sa contro cosa si combatte, più c'è la possibilità di vincere la guerra».
E' un supereroe che soffre, che sanguina se viene colpita ma è anche una ragazza come tante: indossa jeans a vita bassa, scarpe da ginnastica in tela e giubbotto in pelle. È bella, ha lunghi capelli biondi e per sbarcare il lunario fa la ballerina di lap-dance. Ma non ad Arcore: «Ho pensato a un personaggio realistico, maltrattato dalla vita, con tutte le difficoltà che possono incontrare le ragazze della sua età oggi. Ma ho voluto puntare su una figura femminile, perché la donna a Napoli ha un ruolo ancora più centrale, più forte: è la donna, la mamma, la moglie, e può tanto contro la camorra». In attesa di liberare Napoli dal male, Violet potrebbe conquistare l'America: il personaggio partecipa a un concorso della Stan Lee Foundation per l'ideazione di un nuovo supereroe. Decidono i lettori, votando all'indirizzo www.talenthouse.com. Così Marius e la sua Violet cercano gloria oltreoceano, anche perché in Italia, almeno per il momento, non c'è nemmeno un editore pronto a scommettere sul talento di questo talento cresciuto a Gomorra. «Uno c'era ma poi si è tirato indietro. Non so bene il perché...». La camorra dopo il "potere della parola" può temere l'offensiva del fumetto? «Questo non lo so. Ma più si parla di un male, più si sa contro cosa si combatte, più c'è la possibilità di vincere la guerra».
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