4 feb 2010

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De Magistris: Perchè non mi candido in Campania

Intervista a Luigi De Magistris di Vincenzo Iurillo, da "Il Fatto Quotidiano", 4 febbraio 2010

Luigi De Magistris scende a Salerno nella tana del lupo di Vincenzo De Luca per ribadire con forza il suo ‘no’ alla candidatura a governatore della Campania del sindaco-sceriffo che ha sul groppone due processi. E trova la sala conferenze del Bar Moka stipata sino al limite della capienza. L’europarlamentare Idv però ribadisce: “Non mi candido e non cambierò idea. Il Pd indichi un nome, anche di partito, che non sia De Luca, sul quale sia possibile convergere tutti insieme”.
Scrive Paolo Flores d’Arcais su Il Fatto Quotidiano: “De Magistris, tocca a te”. La ritiene l’ultima spiaggia del centrosinistra in Campania.
“Ringrazio chi, tra partiti e società civile, vede in me un’alternativa a un quadro politico moribondo, crollato sulla questione morale. Tocca a me? Certo, tocca a me ogni giorno, da quando ho deciso di impegnarmi in politica, mi sono candidato alle europee, ho preso mezzo milione di voti e da europarlamentare e presidente della commissione di controllo sui bilanci mi sto occupando in Europa di dimostrare che l’immagine dell’Italia non è solo quella di Berlusconi, e di impiegare al meglio i fondi europei, spezzando ogni legame tra le risorse Ue e la criminalità organizzata”.

Tutte cose che si possono fare anche da governatore.
“Ma dovrei dimettermi dal Parlamento europeo. E in politica c’è un valore che pochi ricordano, specie in questi giorni: la coerenza. Ho fatto campagna elettorale in tutta Italia raccogliendo consensi ovunque per dedicarmi ai temi dell’Europa. Lasciare il lavoro incompiuto non sarebbe un bel segnale. In Campania c’erano e ci sono altre persone altrettanto idonee a poter marcare il cambiamento e l’innovazione in politica. Persone serie e di grande valore, come i giudici Lello Magi e Raffaele Cantone, che il Pd non ha preso minimamente in considerazione, bocciando ogni ipotesi di ritorno al protagonismo dei cittadini e della parte migliore della società civile campana”.

E cosa risponde a chi vorrebbe mettere in campo lei? Il quadro di alternative a De Luca ormai è deserto.
“Questo deserto è responsabilità evidente del Pd, e non vedo perché io dovrei candidarmi e buttare a mare il mio lavoro europeo e il mio progetto di formazione di una classe dirigente alternativa, che sto perseguendo girando nel Paese per motivare altri a impegnarsi”.

La sensazione è quella di un centrosinistra ficcatosi in un vicolo cieco.
“E il rischio è quello di consegnare la Campania ai prestanome di Cosentino. Ma non per questo bisogna affidarla a un personaggio rinviato a giudizio per associazione a delinquere, concussione, truffa e falso”.

De Luca è fiero dei processi in cui è imputato perché dice che in quelle vicende lui ha solo difeso gli interessi dei lavoratori e dei cassintegrati.
“Chi ha letto le carte di quelle inchieste sa che non è vero. De Luca è accusato di essere al centro di un crocevia di interessi tra politica e imprenditoria sull’utilizzo dei finanziamenti pubblici e delle risorse europee. Proprio gli argomenti di cui mi occupo in Europa. Per quale ragione dovrei, dovremmo, sostenere una persona accusata di fare le cose che noi contrastiamo ogni giorno? E’ comprensibile questa insensibilità del Pd di fronte alla centralità della questione morale?”

Quindi?
“Bisogna cercare un candidato che sia in grado di rappresentare tutta quella parte di centrosinistra che non si riconosce in De Luca”.

De Luca ha ‘vinto’ le primarie per abbandono degli avversari. Perché, se c’era un candidato più rappresentativo e unitario , non gli è stato contrapposto in questa sede?

“Le primarie sono state un fatto interno del Pd, noi e altri partiti abbiamo ritenuto non ci fossero le condizioni per partecipare. Dopo aver assistito per mesi a uno stucchevole balletto dei democrat sull’opportunità o meno di celebrarle, hanno partorito una candidatura bulgara. Non vedo perché Idv dovrebbe sostenerla”.

E se De Luca non rinuncia alla candidatura che succede?
“Bisogna insistere e convincere De Luca a fare un passo indietro”.

Con quali argomenti?
“Perché altrimenti si perde. Perché non possiamo convergere su di lui. Perché la coalizione può ricompattarsi e ampliarsi attraverso un nome diverso dal suo. Un nome anche indicato dal Pd. Anche un nome di partito. Purché segni un’autentica discontinuità col passato”.

Non ci sono margini per un suo ripensamento? C’è ancora una possibilità di vedere De Magistris candidato governatore?
“No, nessun margine. Per i motivi che ho detto. La mia candidatura sarebbe un errore politico”.
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