26 set 2009

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Anche a Caserta le Assise cittadine

Fonte: Comunicato Stampa
Il Comitato promotore delle Assise casertane ha tenuto un importante incontro organizzativo, giovedì 17 settembre, presso la Facoltà di Scienze di via Vivaldi. Dette Assise, già in atto a Napoli a palazzo Marigliano per volontà del benemerito e battagliero avvocato Gerardo Marotta e di alcuni intellettuali suoi amici, sono sorte con l’intento di promuovere con convegni, ricerche, dibattiti e proposte operative il miglioramento della vivibilità, a 360 grandi, nella città napoletana.
Al detto incontro casertano di ieri sera hanno partecipato delegati di varie associazioni casertane e liberi cittadini interessati al problema della vibilità a Caserta. Si è proceduto a stilare insieme un elenco di problemi emergenti nella città, che con cadenza mensile dovranno essere il tema portante delle Assise cittadine, a cui saranno chiamati ad intervenire i rappresentanti delle istituzioni e i cittadini interessati. Dette assemblee si articoleranno in una relazione concernente il problema designato, tenuta da un esperto, seguita da un libero dibattito. Si concluderanno ogni volta con la stesura di un Documento, corredato di denuncia dei problemi e di proposte operative per una soluzione possibile, che sarà inviato alle Istituzioni competenti ed alla Stampa.
Successivamente, è stato costituito di comune accordo, un nutrito Staff di segreteria, con il compito di organizzare mensilmente le Assise, di informare Istituzioni e cittadini, di rappresentare le Assise nei rapporti pubblici.
Si è anche concordato di tenere la prima Assise casertana pubblica nel prossimo ottobre. In essa sarà affrontato il tema, quanto mai attuale, “ Le prospettive socio-economico- culturali della città di Caserta, a breve, medio e lungo termine”

Il Comitato Promotore Assise Casertane
Info:
338-7418781, 333-1020571, 347-8437262

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23 set 2009

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MANIFESTAZIONE 3 OTTOBRE

Sabato 3 ottobre: manifestazione Nazionale in difesa della libertà d'informazione
Roma - Piazza del Popolo - ore 16.00

AUTOBUS DA NAPOLI
PARTENZA ORE 11 PIAZZA MATTEOTTI
INFO E PRENOTAZIONI: info@sinistracampana.org / 3386502612

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21 set 2009

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SINISTRA E LIBERTA': Decise le tappe per costruire un nuovo partito

"A Napoli si sono poste le premesse positive per un nuovo soggetto politico che copra il vuoto politico a sinistra e di cui il paese sente il bisogno, a iniziare dal rinnovo dei contratti e dai grandi temi democratici. Un tale soggetto puo' dare un contributo, per dirla con Gramsci, alla riforma politica e sociale di cui si avverte la necessita'", dichiara all'Asca Franco Giordano, ex segretario di Rifondazione.
A Napoli, nel fine settimana, si e' svolta l'assemblea nazionale di Sinistra e liberta', il movimento che nelle ultime elezioni europee ha ottenuto il 3,2% e che e' composto da Verdi, Partito socialista, Sinistra democratica ed ex di Rifondazione e del Pdci. Alla fine del dibattito si sono decise le tappe che dovrebbero portare alla costruzione di un nuovo partito di sinistra. ''E' una scelta da cui non si torna indietro. Abbiamo abbandonato le vecchie case, che erano diventate anguste, per aprirci alla societa''', dice Nichi Vendola, governatore della Puglia.

E' stato eletto intanto un coordinamento di cui fanno parte Daniela Brancati, Paolo Cento, Gim Cassano, Lisa Clark, Marco di Lello, Claudio Fava, Grazia Francescato, Umberto Guidoni, Gianni Mattioli, Gennaro Migliore, Riccardo Nencini, Mauro Palma, Michele Ragosta, Luca Robotti, Simonetta Salacone, Giuliana Sgrena, Niche Vendola, Alessandro Zan.

Per sostenere l'azione politica di Sinistra e liberta' e' stata istituita una specifica ''carta di adesione''. Si e' anche deciso che a dicembre si terra' la prima Conferenza programmatica del movimento. E' stata accettata pure la proposta di inserire la parola ''ecologia'' nel logo elettorale di Sinistra e liberta'.

Salvo imprevisti (a ottobre si terranno i congressi dei Verdi e del Partito socialista che dovrebbero confermare l'orientamento unitario dei due partiti), il congresso fondativo del nuovo partito si terra' entro la primavera, subito dopo le elezioni regionali fissate a marzo, nelle quali Sinistra e liberta' si presentera' in alleanza con le altre forze di centrosinistra.

''Ora Sinistra e liberta' e' patrimonio politico del paese. E al paese deve guardare, giorno per giorno, per restituirgli un po' di sinistra e un po' di liberta''', ha detto Claudio Fava, ex parlamentare europeo, concludendo l'assemblea di Napoli.

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18 set 2009

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Noi “farabutti” che sogniamo ancora un’Italia democratica

di Andrea Scanzi, collaboratore di MicroMega
È vero, non c'è nessuna emergenza democratica. È vero, la libertà di stampa non è in pericolo. È vero, la pasionaria Binetti è la reincarnazione di Rosa Luxemburg.
La manifestazione sarà solo una scampagnata, l'ennesima, a uso e consumo di farabutti insufflati di grumosità giustizialista.
È vero, Silvio Berlusconi è il più grande statista italiano dai tempi di Memo Remigi. È vero, non si è mai visto un baluardo della Costituzione ficcante (?) come Niccolò Ghedini. È vero, non tutti i paesi occidentali hanno la fortuna di avere un Ministro semplificatore come Calderoli (e un altro di larghissime vedute come Maroni).
Per tutti questi motivi, e mille altri ancora, non ci sarebbe neanche mezzo motivo per andare a scodinzolare con i delinquenti di Repubblica, i terroristi del Fatto e gli sfollati de L'Unità.
Quindi ha ragione Berlusconi. Come sempre.
Già.
Epperò (?), io andrò. Anche il criminoso parteciperà al coro di vibrante protesta (cit). Perché, direte voi. Bah, non saprei dire. Forse perché mi gira così. Forse perché questo concetto di democrazia mi pare vagamente opprimente. Forse perché mi piacerebbe che l'Italia non fosse più un'anomalia.
Forse perché, in qualsiasi altro paese, sarebbero già scesi in piazza per molto, molto, molto meno.
Ci vediamo a Roma, dunque. Noi, velleitari e sconfitti come sempre. Eppur vivi. Più o meno.

Andrea Scanzi

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12 set 2009

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Programma Festa Sinistra e Libertà

1ª Festa Sinistra e Libertà
16 - 20 Settembre, Napoli (località Bagnoli)
Città della Scienza – Via Coroglio 57 / 104d
.

PROGRAMMA


16 settembre - mercoledì

APERTURA FESTA

Ore 19.00 - Palco centrale - Piazzale della Ciminiera

La Libertà proibita. I linguaggi di una generazione

Conversazione con

Frankie Hi-Nrg MC - musicista
Lello Savonardo - sociologo, Università Federico II Napoli

Presenta
Claudia Bastianelli - SeL,
Coordina
Piero Pelizzaro - SeL

segue dibattito

Ore 20.00 - Sala Averroè - Città della Scienza

Il Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare promuove un confronto con le associazioni ambientaliste sul tema:

NO alla scelta del Governo di reintrodurre il nucleare in Italia

Hanno assicurato la loro partecipazione: una rappresentanza del Comitato (Alfiero Grandi, Walter Mancini, Gianni Mattioli, Massimo Scalia, Mauro Bulgarelli, Massimo Serafini, Roberto Musacchio) e rappresentanti delle associazioni e centri di ricerca ambientalisti: Vittorio Cogliati Dezza, Ciro Pesacane, Andrea Masullo, Antonio Filippi.
Partecipa
Umberto GuidoniSeL
Rino NastiAss.re all'ambiente del comune di Napoli



ore 22.30 Area Giardinetti
Recital di Paolo Pietrangeli
17 settembre - giovedì

Ore 18.00 - Palco Centrale - Piazzale della Ciminiera

Forum sulla Scuola

A cura del gruppo scuola di SeL

Ore 18.30 - Area Cinema

Presentazione del Libro PALESTINESI IN ISRAELE di Isadora D’Aimmo, Ed. Carocci

Saranno presenti: Ali’ Rashid, Shafiq Kurtam e l’autrice

Ore 20.30 - Palco centrale - Piazzale della Ciminiera

Il sud tra riforma morale e riforma sociale

Conversazione con

Roberto Barbieri - economista
Eva Catizzone - già sindaco Cosenza
Claudio Fava - SeL
Francesco Forgione - già presidente Commissione antimafia
Riccardo Realfonzo - assessore Bilancio Comune Napoli

Coordina
Marco Demarco - direttore Corriere del Mezzogiorno



Ore 22.30 - Palco centrale Piazzale della Ciminiera
Concerto di Frankie Hi-Nrg Mc


18 settembre - venerdì


Ore 18.00 - Palco Centrale - Piazzale della Ciminiera

Forum sull’Immigrazione

Conversazione con

Laura Boldrini - portavoce Alto Commissariato Onu per i Rifugiati UNHCR
Fabio Mussi, Mauro Palma - presidente Comitato Europeo Prevenzione della Tortura - Consiglio d’Europa
Giulio Riccio - assessore alle politiche sociali comune di Napoli

Ore 19.00 - Sala Averroè - Città della Scienza

Ricominciamo a lavorare

Incontro con le organizzazioni sindacali .

Susanna Camusso - CGIL
Antonio Foccillo - UIL
Emidia Papi - RDB
Pietro Cerrito - CISL

Coordina
Titti Di Salvo

Ore 20.30 - Palco centrale - Piazzale della Ciminiera

Il valore delle Libertà

Conversazione con

Ritanna Armeni - giornalista
Paolo Beni - Presidente nazionale ARCI
Riccardo Nencini - SeL
Maurizio Viroli -docente università Princeton

Coordina
Luca Bonaccorsi - Editore di Terra



Ore 22.30 - Palco centrale Piazzale della Ciminiera
Concerto per il Sud con Marta sui Tubi e 24 Grana



19 settembre - sabato


Ore 16.30 - Palco centrale - Piazza della Ciminiera

Sinistra e Libertà e il governo della Campania

Partecipano:
F. Corace, P. De Cristofaro, D. Di Palma, S. Esposito, I. Palumbo, e i consiglieri reg.li di SeL

Ore 18.30 - Arena Cinema

Spettacolo

Il sogno di Maria” di Fabrizio de Andrè - regia Folco Napolini

Attori: Edoardo Siravo, Manuel Rossi Gabizza, Silvia Siravo, Mino Manni, Antonio Lorenzo Meucci

Ballerini: Leonarda Catta, Alessandro Secchi

Con Manuel Rossi Cabizza alla fisarmonica

Ore 21.00 - Palco centrale - Piazzale della Ciminiera

Un’altra economia per uscire dalla crisi

Pierluigi Bersani - PD
Daniel Cohn-Bendit - Europe Ecologie
Giulio Marcon - coordinatore campagna Sbilanciamoci
Nichi Vendola - SeL

Coordina
Carlo Puca - giornalista di Panorama



dalle 22.30 Palco centrale Piazzale della Ciminiera
Concerto per la Libertà di Informazione
con Maurizio Capone, Jovine e A67

20 settembre - domenica


Dalle ore 10.30 alle 18.30 - Sala Newton - Città della Scienza

Assemblea Nazionale Sinistra e Libertà

In apertura il saluto del Sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino

Ore 18.30 - Palco Centrale - Piazzale della Ciminiera

La Sinistra e l’Europa, l’Europa nel mondo: alla ricerca di un nuovo ruolo protagonista


Fausto Bertinotti
Veronique De Keyser - Belgio, vice presidente APSD nel PE
Grazia Francescato - SeL
Ugo Intini
Helmut Scholz - Die Linke

Coordina
Piero Sansonetti - Direttore de l’Altro


ore 21.00
Live Dj Set - DJ Checco Muciaccia e Ivan Benassi

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11 set 2009

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Sindaco Lega rimuove targa a Impastato

....senza parole .....
Il nuovo sindaco di Ponteranica, comune in provincia di Bergamo guidato dal leghista Cristiano Aldegani, ha fatto rimuovere ieri la targa voluta un anno e mezzo fa dal suo predecessore di centrosinistra per dedicare la biblioteca civica a Peppino Impastato, giovane siciliano ucciso dalla mafia nel 1978. Una iniziativa motivata dal desiderio di onorare personalità locali, ma che ha suscitato la reazione del Pd e dell'associazione antimafia Libera. «Sono polemiche pretestuose - ribatte il sindaco - fatte da persone in malafede. C'è addirittura chi mi accusa di essere pro-mafia, è assurdo».La rimozione della targa è «sconcertante» commenta Pina Picierno, responsabile legalità del Partito Democratico. A suo parere la Lega «fa politica con paraocchi ideologico». Una politica che, a suo parere, è «intrisa di ideologia e di interessi localistici, che dividono e indeboliscono il Paese. Negare la memoria di un giovane ucciso dalla mafia non trova giustificazioni».

«La storia del nostro Paese - continua Picierno - e quella delle mafie e delle sue vittime innocenti non appartiene a una parte del Paese né a uno schieramento politico. La Lega, che è il partito del ministro degli Interni Maroni e una componente essenziale della maggioranza, si assuma le proprie responsabilità e sia coerente. Sostenga quindi l'impegno delle istituzioni contro tutte le mafie anche e soprattutto laddove rappresenta le istituzioni locali».

Il sindaco precisa che l'iniziativa della Giunta «non ha alcuna motivazione diversa» da quella di valorizzare personalità locali, come il sacerdote sacramentino Giancarlo Baggi, al quale sarà presto ridedicata la biblioteca. A fine giugno, dieci giorni dopo le elezioni, c'era stato anche un incontro, che Aldegani definisce «cordialissimo», con i rappresentanti locali di Libera. In quell'occasione c'era stata anche la proposta di un'eventuale manifestazione «riparatoria» dedicata a Impastato, ma oggi, pur «non precludendo niente», il sindaco ricorda che prima di riproporla dovrebbe sentire «la volontà della Giunta e della maggioranza».




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9 set 2009

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Una brutta storia di negazione del diritto allo studio a Vico Equense

di Andrea di Martino (Coordinamento provinciale Sinistra e Libertà)
Nell'ambito del ridimensionamento scolastico, previsto dal decreto Gelmini, il sindaco di Vico Equense pensò che l'applicazione di quella norma passava per la chiusura dei plessi scolastici situati nella zona alta della città. Così programmò la chiusura degli istituti di Ticciano e Montechiaro collocati alle pendici del Monte Faito. La decisione creava non pochi disagi ai genitori ed ai bambini abitanti in borghi molto distanti dal centro cittadino. Ci furono petizioni, proteste sino alla presentazione di un ricorso al TAR della Campania, contro la delibera comunale che aveva così inteso applicare il dimensionamento scolastico. Al TAR ricorse anche la Regione Campania in sostegno alle giuste obiezione dei genitori. Ora il TAR ha dato ragione ai cittadini vicani ed alla Ragione e ha quindi bocciato la delibera del comune di
Vico Equense. Il sindaco Cinque, ha immediatamente proposto appello al Consiglio di Stato, e nelle more, piuttosto che ottemperare alla sentenza che vedeva soccombente il comune, ha ordianto lo smantellamento delle struture scolastiche provvedendo alla rimozione delle suppellettili presenti nei plessi. Ai cittadini di Vico Equense che protestavano ha mandato i carabinieri, che hanno provveduto ad identificare donne e bambini che difendevano la loro scuola dall'abuso di un Sindaco che dimostra di non avere alcun rispetto per le sentenze del Tribunale amministrativo.

Per domani i genitori hanno annunciato un presidio di protesta al comune di Vico Equense. Sinistra e Libertà sarà al loro fianco, così come in questi giorni lo è stato l'assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Campania. E' evidente che la sentenza del TAR va rispettata è questo che domani chiederemo al Sindaco. Il decreto Gelmini già produce devastazioni nel mondo della scuola. Ora una sua applicazione acefala aggiunge solo danno al danno. Chiediamo al Sindaco Cinque di consentire un sereno avvio dell'anno scolastico. Perché confidiamo sul fatto che gli stia a cuore l'istruzione dei propri piccoli cittadini. Non vogliamo neanche pensare che tanta solerzia nell'accelerare la ingiusta chiusura di scuole che servono
alla popolazione vicana sia causata dalla fretta di avviare i progetti di trasformazione delle strutture scolastiche in attività economiche. Ciò sarebbe veramente la dimostrazione di una totale insipienza. Sindaco Cinque ci dimostri di aver a cuore la crescita culturale dei bambini di Vico e applichi quella sentenza che le da torto.

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7 set 2009

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L’estate nera di Ischia e Capri ci dice qualcosa?

di Pietro Greco
Direttore Master Comunicazione Scientifica della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste

Quella che volge ormai al termine è stata, forse, la peggiore estate del dopoguerra per le «perle del Golfo», Capri e Ischia. E non solo per questioni di immagini.
A Ischia la presunzione (fondata o no che sia) del mare sporco ha tenuto lontane molte persone dalle spiagge e ridotto l’affluenza turistica. A Capri è stata chiusa addirittura la Grotta Azzurra per inquinamento (vero o solo presunto).
In ambedue le isole noti imprenditori sono stati colti sul fatto mentre usavano quel mare da cui le loro floride aziende ricevono appeal come discarica per rifiuti, solidi e liquidi.
Entrambe, Ischia e Capri, sono state a ripetizione oscurate da una serie di black out. E tuttora a Ischia sono in funzione alcune decine di rumorosi generatori mobili per far fronte a un’emergenza che, per vastità e durata, è del tutto inedita.
Infine, ciliegina sulla torta, docenti e studenti del liceo classico di Ischia non sanno ancora dove e non sanno neppure quando inizieranno l’anno scolastico, a causa dell’inagibilità niente affatto improvvisa dell’edificio che li ospita.
Tutti questi sembrano fatti minori. Sono indipendenti l’uno dall’altro. E hanno cause prossime del tutto diverse tra di loro. Tuttavia le cause remote che hanno reso pessima l’estate dell’«isola verde» e dell’«isola azzurra» hanno un interesse generale. Perché la realtà economica di Ischia e Capri è molto importante: sulle due isole insiste all’incirca la metà della capacità ricettiva dell’intera Campania. Perché Capri e Ischia sono conosciute in tutto il mondo e la loro immagine deturpata si rivela un danno per l’intera regione e, persino, per l’intero paese. Perché l’intensità di ricchezza delle due isole – o, se si vuole, il reddito medio pro-capite a Capri e Ischia – è tra i più alti d’Europa. E poiché, dicono gli economisti, la qualità ambientale è correlata al reddito, la vicenda espone – ed impone – una facile analisi comparativa: nulla di quanto è successo a Ischia e Capri potrebbe succedere – che so – a Bath (Gran Bretagna) o a Saint-Moritz (Svizzera), a Bergen (Norvegia) o a Deauville (Francia).
Perché, dunque, in Campania – persino in condizioni ideali, in aree ricche e senza problemi evidenti né di macro né di microcriminalità – le forme e l’intensità del degrado raggiungono dimensioni altrove semplicemente inimmaginabili?
Non è affatto semplice rispondere a questa domanda. Le implicazioni storiche, sociali, culturali sono tante e tali che nessuno è mai davvero riuscito a dipanare la matassa e a spiegare perché, come rilevava Benedetto Croce riprendendo un detto vecchio almeno di un millennio, spesso Napoli e dintorni appaiono come un paradiso abitato da diavoli. Non proponiamo, dunque, una lettura definitiva.
Tuttavia alcune indicazioni dalle vicende estive delle «perle del Golfo» sembrano emergere. Prendiamo la vicenda sulle voci del mare inquinato (anche a causa dei problemi accusati dal depuratore di Cuma). Prescindiamo dal merito: ovvero non diciamo se siano fondate, parzialmente fondate o del tutto infondate. Sta di fatto che sono state credute. Che molte persone hanno prestato loro fede. E non solo persone ingenue e credulone. Chi scrive conosce un medico oncologo di un grande ospedale napoletano – una persona esperta e smaliziata, dunque – che, dopo molti anni, ha disertato l’agosto ischitano a causa di quelle voci. Cosa significa tutto ciò? Significa che le istituzioni – sia quelle politiche sia quelle tecniche – hanno perduto credibilità. Non vengono credute dai cittadini. E questa mancanza di fiducia produce effetti, anche economici. Ma soprattutto lacera il tessuto del vivere civile.
Come avrebbero reagito le istituzioni a Bath o a Bergen o a Deauville in un caso simile? Avrebbero intrapreso una formidabile campagna di trasparenza: offrendo ai cittadini in tutta umiltà quantità straordinarie di dati certi e tempestivi. E se ancora non fossero stati creduti, avrebbero chiesto ad agenzie tecniche indipendenti e affidabili di fare altrettanto. Trasparenza e disponibilità assoluta al confronto, innanzitutto. È l’unico modo per riacquistare la credibilità (a torto o a ragione) perduta.
Trasparenza e umile disponibilità a qualsiasi costo. Perché anche ritrovarsi nello scenario “reale” peggiore (che in questo caso sarebbe potuto essere registrare l’effettivo inquinamento del mare) è una condizione migliore che ritrovarsi nello scenario “virtuale” peggiore: quello delle dicerie incontrollate.
Il tema non riguarda solo Ischia e Capri e il mare che le bagna. Riguarda tutta la Campania e tutti i temi “ecologicamente sensibili”: dall’abusivismo edilizio ai rifiuti (urbani e speciali). Non si illuda chi crede nelle scorciatoie elitarie o addirittura autoritarie: solo la trasparenza e il faticoso dialogo, solo il recupero di credibilità delle istituzioni e la partecipazione dei cittadini, possono risolvere i problemi del governo della società nell’era dell’informazione e della conoscenza. Proprio come avviene a Bath o a Saint-Moritz, a Bergen o a Deauville e in tutti i paesi e le città d’Inghilterra e della Norvegia, della Francia e della Svizzera. Insomma, come avviene in Europa.
Si tratta, a ben vedere, di (ri)costruire una cultura del bene comune che da noi si è fortemente eroso. Fino a spingere imprenditori di successo a distruggere – come è avvenuto a Ischia e a Capri – la risorsa ambientale (bene comune) da cui traggono direttamente profitto. La repressione dei reati ambientali è certo necessaria. Ma fino a quando la qualità dell’ambiente non diventerà un bisogno diffuso – fino a quando non costruiremo una cultura dell’ambiente come bene comune – non riusciremo a impedire neppure che si ripetano episodi stupidamente tafazziani come quelli avvenuti quest’estate a Ischia e a Capri.
Non sarà facile. Per due motivi. Il primo è che nel nostro paese l’idea e la prassi neoliberiste dell’approccio privatistico allo sfruttamento delle risorse ha assunto forme e intensità sconosciute nel resto d’Europa. I black out a Ischia e Capri di quest’estate – del tutto inimmaginabili per frequenza e intensità a Bath o a Saint-Moritz, a Bergen o a Deauville (Francia) – sono avvenuti anche perché l’erogazione dell’energia elettrica ha cessato da tempo di essere un servizio sociale ed è diventato un affare privato come un altro. Ciò che conta è l’interesse immediato dell’azienda che lo gestisce, non il bene della collettività. Neppure quando su quel bene si regge metà dell’economia turistica di un’intera regione. Non è così nel resto d’Europa. O, almeno, l’approccio privatistico non assume forme così prevaricatrici e irresponsabili.
Il secondo motivo ci rimanda alla vicenda, in apparenza minore, del liceo classico di Ischia. Gli studenti e i docenti di quella scuola in un’isola che vanta una ricchezza media tra le più alte d’Europa non sanno ancora dove e quando inizieranno le lezioni perché il problema in questa parte d’Europa non è considerato prioritario. Non solo dalle istituzioni politiche. Ma dall’intera società. Non c’è una sufficiente domanda sociale di qualità dell’educazione.
Non si tratta solo di Ischia e Capri, naturalmente. La mancanza di un’elevata domanda sociale di educazione di qualità si sono potute diffondere e radicare nel nostro paese e nella nostra regione – persino in realtà ricche come Ischia e Capri – più che altrove in Europa anche perché in Italia e nel Mezzogiorno d’Italia crediamo meno che altrove al valore strategico dell’educazione e della conoscenza.
Una riprova? Il nostro paese investe nella scuola meno degli altri paesi dell’area OCSE. E nei prossimi anni, per uscire dalla crisi, ha deciso di tagliare ben 8 miliardi alla scuola. Negli Stati Uniti, per uscire dalla crisi, il nuovo presidente Obama ha deciso di investire alcune decine di miliardi in più nella scuola. E in Giappone, anche per uscire da un lungo periodo di stagnazione, il partito democratico di centrosinistra che ha vinto le elezioni scalzando dopo mezzo secolo il partito Liberaldemocratico di centrodestra ha annunciato di voler puntare ancora di pi sull’educazione dei propri ragazzi: conferendo alle loro famiglie 3.300 dollari l’anno per l’intero arco degli studi, fino alle medie superiori incluse.

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6 set 2009

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Il 19 SL sarà in piazza. Assemblea rinviata al 20


Sinistra e Libertà ha posticipato la data dell’Assemblea nazionale di Napoli al 20 settembre per poter partecipare alla manifestazione per la libertà d’informazione che si svolgerà il 19 settembre a Roma.
L’appello lanciato da tre autorevoli giuristi, quali Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky sta raccogliendo uno sterminato numero di adesioni cui vogliamo aggiungere anche le nostre.

Si tratta della dimostrazione che la coscienza democratica non è sopita nel nostro paese e che al contrario essa è pronta ad attivarsi ogni volta che sono messi in discussione e in pericolo fondamentali principi di libertà, quale quello di stampa e di opinione, solennemente sanciti e tutelati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, nonché dalla nostra Carta Costituzionale.

L’attacco a questi principi è sempre stato nella storia passata il prodromo di profonde crisi della democrazia che in più casi sono sfociate in aperte e violente dittature. Per questa ragione simili atti e orientamenti vanno combattuti da subito, fin dal loro primo manifestarsi e probabilmente siamo già in ritardo. Anche questo tema sottolinea che da tempo nel nostro paese è in atto una vera e propria questione democratica, la cui non soluzione positiva può trascinarci in una fase di grave imbarbarimento della vita civile.

E’ interesse del nostro paese, di tutte le cittadine e i cittadini sostenere l’appello proposto dai tre giuristi. Per questo pensiamo che non ci si debba limitare ad aggiungere la propria firma in calce, ma che quanto scritto in questo appello possa rappresentare la base condivisa per una vasta e diffusa mobilitazione popolare, capace di dare vita ad una manifestazione nazionale la più ampia e unitaria possibile da tenersi nelle prossime settimane.
Claudio Fava

Grazia Francescato

Umberto Guidoni

Riccardo Nencini

Nichi Vendola


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5 set 2009

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Vendola, Boffo: per decenza si doveva dimettere Feltri

“Era chiaro che questa storia doveva finire per forza con le dimissioni di un direttore. Per decenza si sarebbe dovuto dimettere Feltri, ma la decenza non è lo stile di questo establishment”. Così il leader di Sinistra e Libertà Nichi Vendola commenta, dal palco della Festa del Pd, le dimissioni del direttore dell’Avvenire Dino Boffo.

“Si respira - afferma il governatore della Puglia - un clima indecente e preoccupante alla vigilia di un autunno che sarà incandescente e sarà molto difficile nascondere la realtà della crisi, come già si vede dai precari che protestano sui tetti. Dobbiamo alzare il tiro non della polemica ma della riflessione per capire questo scivolamento progressivo in Italia, dove sono saltate le regole e non c’è più rispetto per al dignità di nessuno”.

Vendola ricorda di essere stato “usato da una tv di Stato servile, fatta di maggiordomi che mentre parlava di festini metteva la mia faccia”. E ricorda “di essersi fatto tempo fa qualche soldino perchè Vittorio Feltri confuse l’omosessualità con la pedofilia”.

“Guai a pensare - sostiene il leader Sl, che Feltri è solo un giornalista politicamente scorretto, un intellettuale dadaista, purtroppo oggi ci sono tecniche molto sofisticate per mettere la museruola a voci libere come è Boffo e come mi ritengo anch’io”.

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