1 set 2011

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Una coalizione senza compromessi

Dal Corriere del Mezzogiorno del 28 agosto 2011
La presa di posizione di Gennaro Diana? “Avveduta”, la definisce il segretario cittadino di Sel Pasquale Pandolfi. Serve un De Magistris anche ad Aversa, aveva detto al Corriere del Mezzogiorno il commissario cittadino di Idv. Per poi subito ricordare agli alleati, in particolare al PD, che in coalizione server soprattutto “pari dignità”. Concetto subito ripreso dal partito normanno dei vendoliani: "Dobbiamo evitare che la costruzione della nuova coalizione di centrosinistra, disastrata dai grandi errori del passato e da dieci anni del centrodestra, avvenga come una grande e sterile partita a scacchi, fatte di mosse studiate ad hoc per copiare quelle dell’alleato più prossimo. In considerazione di questo, dice Pandolfi, ho trovato avveduta la posizione espressa da Gennaro Diana nell’intervista di sabato 27 agosto soprattutto quando “pretende” una pari dignità nei confronti del PD."
Per il segretario di Sel è questo il fulcro principale di un rispetto reciproco per stabilire un punto di equilibrio fra le diverse parti politiche.
Perciò dice, "rifiutiamo ogni tentativo di preconfezionare percorsi." E chiede, invece ,volti e voti nuovi. Chiede di lavorare ad una coalizione allargata a tutto il centrosinistra, ai movimenti, alla gente in carne ed ossa, e a tutto ciò che si muove al di fuori dei partit con particolare riferimento al popolo dei referendum. Una coalizione che “scriva prima il programma” e poi individui il suo candidato sindaco.
Siamo pronti a sederci intorno ad un tavolo e a mettere in campo le nostre forze e il nostro impegno per trovare insieme il candidato leader, ma che sia, sottolinea il vendoliano, il trade union di un percorso lastricato di dignità, serietà e professionalità per dare agli aversani una certezza, che non sia il solito coacervo senza contenuto."
Altrimenti, conclude, offriremo ancora una volta il fianco ad un meccanismo che porterà al rinnovo del consiglio comunale solo in termini elettorali e non di fatto.
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3 commenti:

  1. Pienamente d'accordo con il segretario Pandolfi su i contenuti del percorso da affrontare per costituire la coalizione. Però mi sembra che si tiene in scarsa considerazione il problema principale, che secondo me, è che il centro sinistra non si orienta più su cosa vogliono i suoi elettori. Non può bastare l'idea comune diu scoffiggere il centro destra, mi sembra necessario ascoltare l'idea di città che gli aversani hanno. E' necessario raccogliere le loro idee per condividere un percorso che porti alla rinascita della città di Aversa. La classe dirigente non può ancoira pensare di riuscire a governare senza il sostegno, non solo numerico, dei cittadini. Bisogna ripartire da ciò per scegliere la strada da percorrere per raggiungere gli obiettivi per costruire una città a misura d'uomo. Il piano terra è moltitudine di aversani che vuole esprime la sua idea di città. Raffaele Belluomo

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  2. Son d'accordo anch'io col segretario Pandolfi purché si faccia attenzione:
    - a non rincorrere certe eccessive semplificazioni di maniera del tipo "Serve un De Magistris anche ad Aversa", cosa che può significare tutto ed il contrario di tutto;
    - a non inflazionare il fin troppo abusato termine di "nuovo" che, come la storia recente ci ha insegnato, sfocia spesso nello sterile "nuovismo";
    - a considerare la sostanza di quel che sottolinea Raffaele Belluomo nel precedente commento che approvo in pieno: questa città epicentro di una enorme e caotica conurbazione non è più riconoscibile secondo i suoi vecchi schemi urbani, sociali ed amministrativi. Bisogna fotografarne la sua attuale realtà che non è più quella di una comunità omogenea e rinchiusa nelle sue storiche mura daziarie. Occorre ascoltare i cittadini così come occorre raccogliere dati oggettivi e scientifici sulla sua composizione e strutturazione attuale. Il programma amministrativo, ovvero il progetto politico urbano deve nascere necessariamente da queste valutazioni.
    E chiunque si candidi a sindaco di Aversa deve sapere che, qualora eletto, peseranno sulle sue spalle realtà ben più ampie e gravi di quelle del solo perimetro cittadino.
    Mario Francese

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  3. sono pienamente d'accordo con gli interventi di mario e raffaele. Il nuovismo in sè, oltre a non significare nulla, può essere molto rischioso. Molto meno però, aggiungo io, del cosiddetto "vecchio che avanza", come qualche testata ha dettagliatamente riportato. Se la parola "nuovo" si intende, come io ho capito, unicamente come deterrente rispetto alle facce vecchie di un ventennio di cui si vocifera, beh secondo me può anche andar bene. Riguardo alla necessità di uscire dai vecchi schemi autoreferenziali del ceto politico, di cui parla raffaele, sottoscrivo al 100%. mi sembra peraltro che l'intervista di pasquale, pur se nella ristrettezza di spazi data da un articolo di giornale, andasse precisamente in quel senso. il resto, credo, spetta però a noi mettercelo : in termini di ascolto della cittadinanza, inviti alla partecipazione, costruzione di progetti per una città a misura d'uomo. E secondo me, visto che mancano pochi mesi alla scadenza elettorale, dobbiamo anche sbrigarci ed essere concreti. Il rischio, poi, diventa inghiottire a forza "percorsi già confezionati ad arte", o, peggio, abbandonarsi a scelte isolazioniste e di testimonianza, di cui il sottoscritto ha purtoppo già fatto esperienza e alle quali, almeno personalmente, non sono interessato.
    dunque cerchiamo, tutti, di tradurre i nobili concetti che abbiamo in mente in azione e mettiamoci, con la nostra passione, tutti al lavoro.
    gabriele vedova

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