Le ultime esternazioni del delegato alla N.U. del Sindaco Ciaramella mostrano che ad Aversa si è completamente perso il senso del ridicolo. Il centro destra governa Aversa da circa dieci anni, e questo è un dato. Oltre ad aver risolto il problema occupazionale di pochi fortunati, con un ricambio, negli anni, continuo e costante degli assessori in giunta, il suo oggettivo fallimento è sotto gli occhi di tutti. Che Aversa, rispetto a dieci anni fa, sia oggettivamente peggiorata, in termini sociali e culturali, in termini di vivibilità complessiva, è una considerazione che accomuna gran parte della popolazione, a prescindere dall’appartenenza politica. La gestione dei rifiuti è parte integrante, se non centrale di questo fallimento. I risultati del nostro comune in quest’ambito sono stati molto al di sotto persino di ciò che per legge spettava fare: dopo la fine dei consorzi pubblici, carrozzoni clientelari alla cui gestione tutti hanno partecipato in maniera bipartisan, il comune non ha saputo far altro che selezionare, con procedure discutibili, un’azienda privata che gestisse raccolta e smaltimento. I costi di gestione, come la Tarsu, sono aumentati notevolmente senza nessun sostanziale beneficio in termini di miglioramento del servizio. La raccolta differenziata, ad oggi, è ancora pressochè ferma al palo, così come i lavori che interessano le isole ecologiche previste per legge, che tante polemiche hanno suscitato fra i cittadini aversani. Trasparenza e partecipazione, rispetto a scelte che così da vicino li riguardano, sono pura fantascienza. Di fronte a un simile fallimento l’assessore Luciano non trova di meglio che rispolverare l’argomento trito e ritrito di Bassolino, argomento che nelle ultime elezioni napoletane non sembra peraltro aver funzionato granchè. Ma tant’è. Comincio, ora, a comprendere perché, anche all’interno della sua stessa maggioranza, Luciano abbia tanti delatori e la sua poltrona sia stata e sia tutt’ora tra le più traballanti della giunta Ciaramella.
Ricapitoliamo: a dicembre 2010 l’assessore dichiara che la differenziata porta a porta sarebbe partita entro marzo. A marzo annuncia, suo malgrado, che per intoppi burocratici relativi all’isola ecologica di via cappuccini (lavori tutt’ora in corso) ci sarebbe stato uno slittamento ulteriore di qualche mese e che presumibilmente “l’ora x” sarebbe scattata a maggio, coinvolgendo TUTTE LE UTENZE DOMESTICHE e completando così il lavoro già avviato sulla grande distribuzione, esercizi commerciali e mercato ortofrutticolo (la famosa percentuale del 25%, ora salita magicamente al 30). A fine aprile sembrava fosse fatta: un manifesto annunciava l’agognato avvio, con tanto di foto di gruppo con gli operatori sorridenti. Oggi, 19 maggio, apprendiamo che la campagna informativa non è ancora partita e che a fine mese solo 3500 utenze cittadine saranno coinvolte da questa titanica impresa. Peraltro, fra i fortunati vincitori della lotteria di maggio ci sarebbero, per ammissione dello stesso assessore, anche i residenti di parte della città che la differenziata la fa già da anni, e che, da qualche mese, si sono visti inspiegabilmente privati degli appositi contenitori, sostituti da bidoni verdi, tutti uguali. Insomma, il gioco delle tre carte, venduto e rivenduto peraltro con scarsa abilità. La raccolta differenziata in realtà è però solo un dettaglio, rispetto a una gestione complessiva del ciclo dei rifiuti che ad Aversa risulta a dir poco opaca. L’assessore Luciano, tanto solerte nel rispondere infastidito alle sollecitazioni del mio partito, dovrebbe, con altrettanta solerzia, avere la cortesia di fornire dettagliate e trasparenti spiegazioni in merito a più di un aspetto.
Innanzitutto rispetto allo STATO DI ABBANDONO DI INTERE ARTERIE CITTADINE, periferiche e non solo, che di spazzamento non sentono parlare da tempo e che versano nel degrado più assoluto. L’assessore al ramo avrebbe quantomeno il compito di verificare che l’impresa delegata alla raccolta e allo spazzamento adempia agli obblighi contrattuali previsti sulla carta, visto che a pagarla sono i cittadini. Potrebbe, il buon assessore, dire qualcosa rispetto alla COLLOCAZIONE DELLA COSIDDETTA ISOLA ECOLOGICA DI VIA PERUGIA, allocata a ridosso di una struttura sanitaria e di numerose private abitazioni, esposte ad un viavai continuo di camion che, ad ogni ora e senza alcun controllo sulla provenienza dei rifiuti che scaricano, allietano le loro giornate. Forse è anche così che si raggiungono le percentuali di differenziata spesso millantate, gonfiate da rifiuti che con gli aversani non hanno nulla a che vedere ma che gli stessi aversani pagano attraverso la TARSU, ulteriormente aumentata. Potrebbe, l’assessore Luciano, spiegarci quali strumenti, se e quando la differenziata vera partirà, ha in mente per incentivare i cittadini a farla. Quando ad esempio potremo, come città civili a pochi passi da noi, immaginare di PAGARE L’IMMONDIZIA IN BASE A QUANTA NE PRODUCIAMO E A QUANTO DIFFERENZIAMO, non certo in base alla dimensione delle nostre abitazioni. Rispetto a tali interrogativi il silenzio più assoluto. Rispetto a tanta colpevole inerzia sorge il fondato sospetto che i giorni tragici dell’emergenza rifiuti e dei cumuli dati alle fiamme possano ritornare ad essere a breve una drammatica realtà, capace di attrarre gli appetiti di chi, camorra e lobbies imprenditoriali dell’incenerimento, ne trarrebbero immediati e lauti guadagni.
In conclusione. Non credo di poter biasimare più di tanto chi, nella sua stessa maggioranza, pur se quasi sempre animato da interessi molto individuali, ha chiesto più volte la sostituzione del delegato alla N.U.
A loro chiediamo solo di tradurre una rivendicazione “interessata” in un piccolo servizio alla città. Si convochi subito un consiglio comunale aperto ai cittadini sul tema rifiuti e la discussione diventi pubblica e trasparente. E’ il minimo sindacale che una città, troppe volte ferita in quest’ambito, chiede ai propri amministratori.
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