“Chi pensa che interessarsi al futuro di Aversa significhi affidarsi alle “idee nuove” dell’ ex onorevole PDL SAGLIOCCO, dimostra, ad essere generosi, di essere un po’ confuso. Sinceramente sono un po’ sorpreso dalla partecipazione, che auspico sia a titolo personale, del consigliere Mimmo Rosato. La sinistra, almeno quella che si riconosce in Vendola, ha altri progetti e soprattutto cerca altri interlocutori. Il PD deve far chiarezza e dire da che parte sta. Per noi sono alleati indispensabili, ma se il convegno prelude a future alleanze si parte davvero male” Queste le prime dichiarazioni di Gabriele Vedova, dirigente nazionale SEL, il partito che fa capo al governatore della Puglia Nichi Vendola, in merito al convegno organizzato ad Aversa dalla rivista “ago e filo”, diretta dall’esponente del PD, onorevole Stefano Graziano.
“La domanda che il centro sinistra, ad Aversa e ovunque abbia intenzione di ritornare a governare, dovrebbe a mio avviso porsi per ricominciare, per “riaprire la partita”, riguarda quali soggetti in carne ed ossa voglia rappresentare, da quale blocco sociale ripartire, appunto con ago e filo, per ricucire rapporti, per costruire una reale alternativa. A questa domanda si può dare una risposta classica, da ceto politico, riproponendo le solite alleanze “a prescindere”, a tavolino, fra sigle e partitini, privi ormai di qualsiasi peso reale. È un scelta. Si può provare, in alternativa, a ricostruire un dialogo con i soggetti che sono fuori dai partiti e dalla politica, con quelli che non si rassegnano ad assistere al disfacimento sociale e culturale che li circonda; con quanti costituiscono il tessuto produttivo del nostro territorio e continuano a resistere, a non cedere sotto i colpi della camorra; con quanti ad ogni elezione amministrativa non hanno alternativa migliore che continuare a votare il parente o “l’amico dell’amico”, garante di una possibile futura “cortesia personale”. Ma la terza via, che con questo convegno si cerca di proporre, ha davvero dell’assurdo: avviare un dialogo di prospettiva politica, sul “futuro della seconda città della provincia”, proprio a partire da chi a quel disfacimento ha partecipato e contribuito negli ultimi 10 anni, proprio con chi sulla cultura del voto “all’amico dell’amico” ci ha costruito una intera carriera politica, aggiungere alle leggere sigle del centrosinistra un pezzo di centro destra in cerca di visibilità, tutto ciò è sinceramente un esercizio di pura follia politica.
“Sembra insomma– continua Vedova – che sia nel DNA di alcuni esponenti del PD ostinarsi a ripercorrere ad ogni costo strade che hanno portato ad una sconfitta dopo un’altra, lasciando sul campo solo macerie. Chi ha organizzato il convegno ha fatto forse un po’ di confusione fra gli scenari nazionali, in cui agisce per il ruolo che ricopre nella qualità di “nominato”, e quelli locali, che probabilmente non conosce. Il dialogo che in Parlamento si cerca ad ogni costo con FINI dovrebbe essere finalizzato UNICAMENTE alla ricerca di una maggioranza alternativa che, caduto il governo, possa cambiare la legge elettorale attuale, quella che consente, anche allo stesso Graziano, di sedere fra gli scranni romani senza aver personalmente preso un solo voto. Confondere la necessità di dialogo istituzionale con il tentativo di costruire insieme un’alternativa, è molto grave, certamente offensivo per chi, come FINI e il suo partito, non rinuncerebbe alla propria provenienza culturale e politica, e del tutto in controtendenza rispetto alla linea nazionale del maggior partito di opposizione.”
“Chi – conclude Vedova – pur frequentando i salotti romani, non ha ben compreso ed è confuso, eviti almeno di catapultare la sua personale confusione nella nostra città, dove quel che fu il centro sinistra è già, per responsabilità ben note, ormai solo macerie.”
“La domanda che il centro sinistra, ad Aversa e ovunque abbia intenzione di ritornare a governare, dovrebbe a mio avviso porsi per ricominciare, per “riaprire la partita”, riguarda quali soggetti in carne ed ossa voglia rappresentare, da quale blocco sociale ripartire, appunto con ago e filo, per ricucire rapporti, per costruire una reale alternativa. A questa domanda si può dare una risposta classica, da ceto politico, riproponendo le solite alleanze “a prescindere”, a tavolino, fra sigle e partitini, privi ormai di qualsiasi peso reale. È un scelta. Si può provare, in alternativa, a ricostruire un dialogo con i soggetti che sono fuori dai partiti e dalla politica, con quelli che non si rassegnano ad assistere al disfacimento sociale e culturale che li circonda; con quanti costituiscono il tessuto produttivo del nostro territorio e continuano a resistere, a non cedere sotto i colpi della camorra; con quanti ad ogni elezione amministrativa non hanno alternativa migliore che continuare a votare il parente o “l’amico dell’amico”, garante di una possibile futura “cortesia personale”. Ma la terza via, che con questo convegno si cerca di proporre, ha davvero dell’assurdo: avviare un dialogo di prospettiva politica, sul “futuro della seconda città della provincia”, proprio a partire da chi a quel disfacimento ha partecipato e contribuito negli ultimi 10 anni, proprio con chi sulla cultura del voto “all’amico dell’amico” ci ha costruito una intera carriera politica, aggiungere alle leggere sigle del centrosinistra un pezzo di centro destra in cerca di visibilità, tutto ciò è sinceramente un esercizio di pura follia politica.
“Sembra insomma– continua Vedova – che sia nel DNA di alcuni esponenti del PD ostinarsi a ripercorrere ad ogni costo strade che hanno portato ad una sconfitta dopo un’altra, lasciando sul campo solo macerie. Chi ha organizzato il convegno ha fatto forse un po’ di confusione fra gli scenari nazionali, in cui agisce per il ruolo che ricopre nella qualità di “nominato”, e quelli locali, che probabilmente non conosce. Il dialogo che in Parlamento si cerca ad ogni costo con FINI dovrebbe essere finalizzato UNICAMENTE alla ricerca di una maggioranza alternativa che, caduto il governo, possa cambiare la legge elettorale attuale, quella che consente, anche allo stesso Graziano, di sedere fra gli scranni romani senza aver personalmente preso un solo voto. Confondere la necessità di dialogo istituzionale con il tentativo di costruire insieme un’alternativa, è molto grave, certamente offensivo per chi, come FINI e il suo partito, non rinuncerebbe alla propria provenienza culturale e politica, e del tutto in controtendenza rispetto alla linea nazionale del maggior partito di opposizione.”
“Chi – conclude Vedova – pur frequentando i salotti romani, non ha ben compreso ed è confuso, eviti almeno di catapultare la sua personale confusione nella nostra città, dove quel che fu il centro sinistra è già, per responsabilità ben note, ormai solo macerie.”
DA MARIO FRANCESE
RispondiEliminaQuesto il testo della mia richiesta di rettifica-precisazione inoltrata alla redazione del sito web "Il Casertano" che ha pubblicato l'articolo qui di seguito linkato: http://www.ilcasertano.it/sviluppo/?p40056ù
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Gentile redazione de "Il Casertano",
martedì 30 u.s. la Vostra testata di informazione ha riportato che il sottoscritto, Mario Francese, a nome di Sinistra Ecologia e Libertà, ha partecipato al convegno "Un altro futuro per Aversa" promosso il giorno prima, sempre ad Aversa, dalla neonata associazione/testata giornalistica "Ago e Filo" dell'onorevole Stefano Graziano (PD).
Ciò è parzialmente inesatto poiché è verissimo che ho partecipato a quel convegno ma in quella sede mi son qualificato come "aderente a SEL" e non come suo rappresentante ufficiale cittadino che non sono.
La differenza c'è e non è di poco conto, anche perché:
- a) il pubblico convegno in questione, ancorché promosso da una associazione/testata giornalistica, riguardava un tema generale e non rappresentava certo una riunione ufficiale tra partiti, almeno per come era stato proposto e vista anche l'estrema ed in qualche caso inconciliabile eterogeneità dei relatori al tavolo.
- b) il circolo SEL di Aversa non era stato ufficialmente invitato a quel convegno (un segno già di per sé eloquente) del quale io stesso ho avuto notizia solo attraverso cortese invito pervenutomi via Facebook dal segretario cittadino PD Mariano D'Amore.
Purtroppo qualcuno, specie nel PD aversano, ha avuto capzioso interesse a far passare la mia personale partecipazione al convegno (peraltro limitata al solo brevissimo dibattito finale) come una preventiva adesione/simpatia di tutta SEL aversana al presunto "Terzo Polo", con attori principali il PD, FLI di Gianfranco Fini e l'UDC di Casini, o all'ancora più presunto "nuovo PD" allargato al centro e compiacente a sinistra.
Posso assicurare con matematica certezza che le due ultime ipotesi politiche formulate dal PD sono quanto di più lontano possa essere concepito da SEL nazionale e locale, e quindi anche da me medesimo che vi aderisco.
A testimonianza e motivazione di ciò vi sono state, alla vigilia del convegno in questione, le durissime dichiarazioni (politiche e mai personali, che condivido appieno) rilasciate dal compagno ed esponente provinciale di SEL Gabriele Vedova in merito alla grave posizione pro-finiano-sagliocchiana assunta dal PD aversano.
Ad ogni buon conto in tal senso depone anche l'intervista rilasciata da Nichi Vendola (e pubblicata l'altroieri sulle pagine nazionali de Il Mattino) con la quale SEL si pone chiaramente contro ogni accordo "politico" con Fini.
Dello stesso tono l'intervista rilasciata a Il Manifesto che trovate anche sulla pagina del sito nazionale di SEL quivi allegata: http://www.sinistraeliberta.eu/articoli/nichi-ecco-la-vera-rifondazione ).
Anche per tutelare la mia immagine personale e politica vi sarei enormemente grato se, a termini di legge, vorreste pubblicare almeno uno stralcio essenziale di questa mia rettifica-precisazione.
Vi ringrazio e vi saluto con stima augurandovi buon lavoro.
Mario Francese
Aversa
(numero di cell. ed e-mail personale....omissis)